Donne ministro - Giorgia Meloni

Donne ministro italiane: la politica è sempre più rosa?

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L’Italia ha fatto notevoli progressi nella partecipazione delle donne in politica, ma ci sono ancora delle criticità da affrontare. Dopo la concessione del diritto di voto nel 1946, è passato del tempo prima che le donne iniziassero a occupare ruoli di rilievo nella politica italiana. Tuttavia, negli ultimi decenni, c’è stato un aumento significativo della presenza femminile in posizioni di potere.

Un momento importante nella storia politica italiana è stata l’elezione di Tina Anselmi nel 1976 come prima donna a ricoprire la carica di ministro in Italia. Questo evento ha segnato l’inizio di una maggiore inclusione delle donne nel governo.

Negli anni successivi, la partecipazione delle donne nella politica italiana è cresciuta costantemente. Attualmente, ci sono numerose donne che ricoprono importanti incarichi ministeriali. Ad esempio, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è stata eletta nel 2021 presidente del Consiglio dei ministri.

Nonostante questi progressi, ci sono ancora sfide da affrontare per garantire una rappresentanza equa e significativa delle donne in politica. La disparità di genere persiste in alcuni settori. Molte donne ministro o più in generale donne politiche, sottolineano la necessità di promuovere politiche e iniziative volte a superare le barriere che impediscono alle donne di avanzare nella carriera politica.

Chiaramente, la presenza delle donne in politica non si limita solo ai ruoli ministeriali, ma si estende anche ai livelli locali e regionali. La promozione di una maggiore partecipazione femminile in tutti i livelli del governo contribuirà a garantire una rappresentanza più completa e diversificata nella politica italiana.

Donne ministro: chi fu il primo ministro donna in Italia?

La presenza delle donne nella politica italiana ha subito un’importante svolta negli anni Settanta, quando la democristiana Tina Anselmi è stata nominata come prima donna a ricoprire la carica di ministro in un governo italiano. Inizialmente assegnata ai dicasteri del Lavoro e della Previdenza sociale dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti, ha successivamente assunto la responsabilità del settore della Sanità.

Successivamente, un’altra esponente democristiana, Franca Falcucci, è stata la seconda donna a occupare la carica di ministra dell’Istruzione in vari governi tra il 1982 e il 1987. Nonostante la lenta ma costante crescita della presenza femminile negli anni successivi, le donne erano spesso confinate a ruoli di secondo piano.

La storia politica italiana ha visto un’importante evoluzione con la nomina di Susanna Agnelli come prima donna “di peso” a guidare un ministero, assumendo la carica degli Affari Esteri nel governo Dini (1995-1996). Tre anni dopo, Rosa Russo Iervolino è stata designata come ministro degli Interni nel primo governo presieduto da Massimo D’Alema.

La svolta nel settore della Difesa è arrivata nel 2014, quando la democratica Roberta Pinotti è diventata la prima donna a guidare il Ministero della Difesa.

Tuttavia, nonostante questi progressi, ad oggi nessuna donna ha ancora guidato un dicastero economico in Italia. La strada verso una rappresentanza equa e completa delle donne in tutti i settori della politica italiana continua a essere un obiettivo da perseguire.

Ottobre 2022, si rompe il tabù della presidenza detenuta tradizionalmente da uomini

Nel mese di ottobre del 2022, l’Italia ha segnato un momento storico con l’elezione di Giorgia Meloni come presidente del Consiglio, rompendo così il tabù della presidenza detenuta tradizionalmente da uomini. Tuttavia, nonostante questo significativo passo avanti, la rappresentanza femminile nel suo governo è limitata: su un totale di 24 ministri, solo 6 sono ministre donne, e nessuna di loro occupa posizioni di particolare rilievo.

È interessante notare che governi precedenti hanno ottenuto risultati migliori in termini di parità di genere. Un esempio notevole è rappresentato dal governo Renzi, che si era posto l’obiettivo di raggiungere la parità di genere tra i ministri, dimostrando un impegno più incisivo nella promozione dell’inclusione delle donne nel contesto politico.

Quante donne nel Parlamento italiano oggi?

La rappresentanza di genere all’interno del Parlamento italiano ha subito un calo, con le donne attualmente rappresentanti il 31% rispetto al 34% nella penultima legislatura nel 2023. Questo declino potrebbe essere attribuito anche alla riduzione complessiva dei posti parlamentari, un fattore che purtroppo ha contribuito a mantenere una predominanza maschile, dato il numero limitato di posti disponibili.

Presidenti donna in Italia

Nel panorama degli incarichi politici di maggior prestigio in Italia, la carica di Presidente della Repubblica è rimasta finora un traguardo mai raggiunto da una donna. Nel 2022, sia Maria Elisabetta Alberti Casellati che Elisabetta Belloni sono state candidate per tale posizione, ma il parlamento in seduta comune ha alla fine optato per riconfermare Sergio Mattarella.

Va notato che Maria Elisabetta Alberti Casellati ha segnato un’altra pietra miliare diventando la prima e finora unica donna a presiedere il Senato, ricoprendo questa carica dal 2018 al 2022. Mentre le donne hanno dimostrato la loro capacità di assumere ruoli di leadership in diverse istituzioni, la carica di Presidente della Repubblica rimane ancora da conquistare per una figura femminile.

Presidenti donna alla Camera dei Deputati

La Camera dei Deputati italiana ha visto la leadership di tre donne nel corso degli anni:

  • Nilde Iotti (1979-1992)
  • Irene Pivetti (1994-1996)
  • Laura Boldrini (2013-2018)

Attualmente, la quinta carica dello Stato, la Presidenza della Corte Costituzionale, è detenuta da Silvana Sciarra, la seconda donna a guidare la Consulta dopo Marta Cartabia nel 2019. Nelle regioni italiane, l’unica Presidente donna è Donatella Tesei, che presiede l’Umbria.

La situazione in Europa

A livello internazionale, in Europa si osserva una situazione positiva, con le tre principali cariche dell’Unione Europea affidate a donne:

  • Ursula von der Leyen alla Commissione
  • Roberta Metsola al Parlamento
  • Christine Lagarde alla Banca Centrale Europea

L’Unione Europea continua a impegnarsi per la parità di genere anche in politica, utilizzando i fondi di coesione per promuovere tale obiettivo. Nel Consiglio Europeo, oltre a Giorgia Meloni, sono presenti solo altre due donne: Mette Frederiksen della Danimarca e Kaja Kallas dell’Estonia. In Francia, il ruolo di primo ministro è ricoperto da Elisabeth Borne, sebbene la sua posizione sia di minor importanza rispetto al presidente Emmanuel Macron.

La situazione internazionale

A livello internazionale, alcune figure femminili di spicco includono la Vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris e la Presidente dell’India Droupadi Murmu. Tuttavia, entrambe detengono una posizione di “numero due”, con poteri inferiori rispetto ai rispettivi capi di stato, Joe Biden e Narendra Modi.

In Italia, Giorgia Meloni è attualmente l’unica leader donna in un Paese del G20, un risultato che può suscitare un senso di orgoglio, ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di affrontare ancora molte sfide per promuovere la parità di genere a livello globale.

Donne politica mondiale: quali sono i nomi che hanno fatto la storia?

Feminility è un magazine digitale, che ha l’obiettivo di educare la società a parlare di cosmo femminile in termini positivi. Di spiegare cos’è la femminilità, mettendo al centro le vite di donne straordinarie che hanno contribuito e contribuiscono a “rimodellare” il valore che si associa alle donne oggi.

Feminility è una community di persone, uomini e donne indistintamente, che credono che la femminilità sia un valore da esaltare. Con il progetto di Feminility vogliamo creare un mondo in cui si comprende l’importanza delle donne nella società, nel mercato e nella vita di tutti i giorni.

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