Tra le sei finaliste del Premio GammaDonna, Josephine Pace, Founder di Alfa Green Solutions, ha sviluppato un progetto innovativo che sfrutta il potenziale delle microalghe per settori come l’energia, l’agritech e la cosmetica. In questa intervista, Josephine ci racconta come l’incontro con la tecnologia delle microalghe abbia ispirato un percorso imprenditoriale in cui sostenibilità e innovazione si uniscono per creare soluzioni che riducono l’impatto ambientale e promuovono l’economia circolare. Con Alfa Green Solutions, Josephine punta a guidare la transizione verso un futuro più verde, condividendo la sua esperienza e il suo impegno verso una vera e propria rivoluzione nel settore delle biotecnologie.
Josephine Pace, Founder di Alfa Green Solutions: l’intervista a Feminility Media
Alfa Green Solutions sviluppa soluzioni innovative con le microalghe per diversi settori. Cosa ti ha portato a specializzarti in questa tecnologia e quali sono i suoi vantaggi principali?
13 anni fa incontrai questa tecnologia attraverso una collaborazione con un fondo di investimento in rinnovabili; era molto pionieristica. Incontrai anche chi sarebbe diventato il mio co-founder ed è stata una passione lavorativa a prima vista: io assumevo già spirulina dal 2005 e ne conoscevo i molteplici benefici nutraceutici, lui la vedeva come una grande soluzione all’uptake di CO₂ e si focalizzava sugli aspetti greentech che oggi chiamiamo “transizione energetica.” Il vantaggio principale è la molteplicità di applicazioni in un’ottica di “a cascata,” che integra l’approccio della bioraffineria e delle tecniche estrattive biologiche, contribuendo a quel paradigma di Salute Totale o “One Health” (planet, animals, and humans) tanto caro alla FAO.
La tua azienda trasforma la CO₂ in biomasse algali per settori come l’energia, l’agritech e la cosmetica. In che modo questa tecnologia può contribuire alla riduzione delle emissioni e promuovere l’economia circolare?
Le alghe, il più antico organismo sul pianeta e il primo a produrre ossigeno quando il globo terrestre era disabitato, hanno una capacità 200 volte maggiore in media di conversione di CO₂ in ossigeno e biomasse rispetto a piante o alberi. Oggi lavoriamo sull’ingegnerizzazione di alcuni ceppi algali per quadruplicare questa capacità. È chiaro che solo grandi impianti hanno impatti significativi in tal senso. Ma l’impatto sulla decarbonizzazione può andare ben oltre se si considerano tutti i prodotti alternativi (proteine alternative, omega 3 e 6 vegan, farine, dairy products, cosmetici, biostimolanti per agricoltura, disinfettanti, bio-diserbanti e fungicidi, biodiesel, ecc.) che possono sostituire o eliminare parte dei prodotti che immettono CO₂ durante i loro processi di lavorazione e produzione (si pensi alla carne e alle emissioni degli allevamenti come esempio).
Le microalghe hanno applicazioni in molteplici settori. Quale di questi ti sembra più promettente per lo sviluppo futuro di Alfa Green Solutions e quali sono i benefici a lungo termine?
Le applicazioni più promettenti nel futuro sono quelle di frontiera per la lotta a malattie infestanti nelle coltivazioni (essenziali per assicurare la food security su scala globale), ridurre l’uso di antibiotici per animali negli allevamenti e debellare malattie croniche, alcuni tumori o sindromi rare nell’uomo. Su tutti i fronti stiamo facendo molta ricerca con istituzioni come il Mario Negri, l’Università di Oxford e di Berkeley, oltre a molte università italiane. Altra importante direzione di sviluppo prodotti più immediatamente commerciali per noi rimane la cosmetica e le applicazioni agritech, viste le siccità inusuali a cui ormai il pianeta è continuamente esposto.
Il tuo lavoro è orientato alla sostenibilità e al raggiungimento degli standard Net Zero ed ESG. Quanto ritieni importante che il settore privato si impegni in progetti sostenibili e come riesci a combinare redditività e rispetto per l’ambiente?
Per noi questo binomio è inscindibile oltre che parte della nostra value proposition. Gli impianti algali impattano direttamente praticamente su tutti i 17 Goals dell’ONU e rendono più remunerativi grandi investimenti su transizione energetica, sia in ambito urbano (come abbiamo dimostrato a New York con simulazioni di rigenerazione urbana di grandi edifici mixed-use), sia in ambito agricolo/energie green (ad esempio in combinazione con biogas digesters).
Come donna imprenditrice in un settore altamente tecnologico e green, quali sfide hai affrontato nel far crescere la tua azienda e come hai trovato il modo di superarle?
La sfida più grande in questo settore è la scala degli impianti; per far sì che l’industry algale faccia il salto necessario, c’è bisogno di grandi impianti, con grandi quantità prodotte e grandi volumi di CO₂ sequestrata. Pertanto, la maggiore sfida è stata ed è raccogliere capitali tali da consentire di nascere grandi. La scalabilità, che è certamente un plus, non deve tradursi in nanismo… e purtroppo in Europa per una donna o una start-up a leadership femminile è ancora piuttosto difficile raccogliere investimenti significativi.
L’inclusione e la diversità sono temi importanti nel mondo dell’innovazione. Come pensi che il tuo lavoro con Alfa Green Solutions possa ispirare altre donne a intraprendere percorsi imprenditoriali nel settore delle energie rinnovabili e della sostenibilità?
Io penso che le donne siano mediamente molto sensibili al lato della sostenibilità già prima che questa divenisse di moda; io ne sono un esempio. Penso che a volte manchi il coraggio di fare scelte controcorrente, ma vedo con piacere che questo gap con “l’altra metà del cielo” si sta colmando negli ultimi anni. L’accesso al capitale e l’attrazione di talenti sono scogli molto alti, ma stiamo facendo progressi grazie a un ecosistema pubblico/privato che ha smesso di sottostimare il fenomeno.
Le tecnologie verdi sono sempre più al centro dell’attenzione globale. Quanto pensi che l’innovazione nel campo delle microalghe possa rivoluzionare il settore energetico e industriale nei prossimi anni?
Moltissimo! Ci sono già eccellenti esempi in USA, Giappone, Asia in generale. L’Europa da tempo ha varato programmi di finanziamento dedicati alle micro e macro alghe, riconoscendone l’altissimo valore in termini ambientali e di produzioni sostenibili. Il biodiesel non è più una chimera, purché si trovi la giusta chiave produttiva e lo si accompagni con co-prodotti ad alto valore aggiunto.
Essendo una delle finaliste del Premio GammaDonna, quale messaggio o ispirazione vorresti trasmettere alle giovani donne che aspirano a innovare e fare impresa nel settore delle tecnologie verdi?
Scegliete una tecnologia che vi appassiona, studiate moltissimo, diventate “Thought Leaders,” le persone più consapevoli e informate del vostro team, un’autorità nel vostro campo, e buttatevi sulle opportunità! Perseguite partnership strategiche, tentate bandi ambiziosi, senza attendere che tutto sia perfettamente allineato, perché probabilmente non lo sarà mai.
Alfa Green Solutions punta a creare un impatto positivo sull’ambiente e la società. Quali sono i tuoi obiettivi futuri per l’azienda e come vedi evolvere il settore delle biotecnologie green?
Noi stiamo creando una pipeline europea parallela ai grandi impianti in sviluppo negli USA. L’obiettivo è realizzare almeno 3 impianti su entrambe le sponde dell’Atlantico e dedicare la ricerca alle applicazioni di frontiera nel campo della salute umana e del pianeta. È fondamentale avere una rete di partner giusti e diversificati e una struttura societaria agile e modulare, perché non tutti sanno fare tutto; ci vuole molto focus e disciplina in un settore così poliedrico.
Infine, quanto pensi sia importante il ruolo delle donne nella transizione energetica e come il Premio GammaDonna può contribuire a dare maggiore visibilità alle donne che lavorano nell’innovazione sostenibile?
Il ruolo delle donne è sempre stato un catalizzatore di grandi trasformazioni, come ci insegna la storia dell’umanità. GammaDonna nasce come premio e come network di valore proprio per incoraggiare questo ruolo, dandogli la dignità e il rilievo che merita, soprattutto in settori come quelli ad alta tecnologia, STEM e AI, dove tradizionalmente la presenza femminile è stata minore a causa di condizionamenti culturali e/o pregiudizi. Trovo il lavoro di GammaDonna eccellente e credo davvero che l’impatto sul mondo del lavoro e le istituzioni di questo tipo di iniziative sia straordinario. Mi sento onorata di farne parte e spero di restare parte attiva anche una volta conclusosi il momento della premiazione. Il vero premio è cambiare la vita delle persone.