Intervista a Danila De Stefano, CEO & Founder - Unobravo

Danila De Stefano, CEO e Founder di Unobravo si racconta: la psicologia come viaggio evolutivo per migliorarsi

Unobravo è un’innovativa startup di psicologia online che si propone come un punto di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle nel raggiungimento del loro benessere psicologico e supportarle nella crescita personale. Il team di Unobravo conta psicoterapeutinutrizionistipersonal trainer e psichiatri che collaborano attivamente per lo stesso obiettivo: unire le proprie competenze ed esperienze perché tu possa raggiungere un benessere psicofisico a tutto tondo.

L’idea di lanciare una piattaforma digitale per le sedute psicologiche online è nata da Danila De Stefano nel 2019, all’età di soli 26 anni.
Nel 2021 Danila De Stefano è stata inserita tra gli Under 30 di Forbes Italia, e la scaleup ha recentemente chiuso un round da 17 milioni di euro con il fondo d’investimento americano Insight Partners, puntando così all’internazionalizzazione.
Quando il talento è femminile va raccontato, a dimostrazione del fatto che le donne contribuiscono a migliorare il mondo: Feminility oggi ha l’onore di intervistare Danila De Stefano, CEO e Founder di Unobravo, che ci parlerà del suo percorso professionale e del contributo nell’imprenditoria femminile.

Danila De Stefano, CEO e Founder di Unobravo si racconta su Feminility

Danila, parlaci un po’ di te… Chi sei? Qual è stato il tuo percorso accademico e professionale che ti ha portato fino a qui?

Mi chiamo Danila De Stefano, sono napoletana e sono CEO e Founder di Unobravo. Da poco ho compiuto 31 anni e nei miei sogni, da piccola, non c’era il desiderio di diventare imprenditrice.
Durante gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, infatti, mi sono dedicata a tantissime attività, dalla danza classica alla fotografia, fino allo studio del pianoforte: per tanti anni, però, ho avvertito la sensazione di riuscire bene in tante attività, senza però eccellere in nessuna. Mi chiedevo spesso quale sarebbe stato il mio posto nel mondo, ma ho sempre avuto dei genitori pronti a sostenermi qualunque scelta avessi fatto: mi hanno insegnato a essere una sognatrice, ma con i piedi per terra; a pensare in grande, basandomi sempre su quello che effettivamente avevo e su ciò che solo io potevo sentire.

Intervista a Danila De Stefano, CEO & Founder - Unobravo
Intervista a Danila De Stefano, CEO & Founder – Unobravo

Sono sempre stata una persona curiosa per natura, e da adolescente ho iniziato a maturare il desiderio di studiare psicologia e diventare psicologa clinica: la psicologia non è mai monotona; è, anzi, straordinariamente affascinante e non mi stanco mai delle persone e delle loro storie. Nel 2016, conclusi gli studi in Psicologia Clinica presso l’Università La Sapienza di Roma, mi sono trasferita nel Regno Unito alla ricerca di nuove sfide e stimoli, anche in campo lavorativo. È stato un periodo difficile, un momento in cui, tra lavoro in clinica psichiatrica e integrazione in una nuova cultura, ho avvertito l’esigenza di parlare con uno psicologo. Mi sono però scontrata con prezzi esorbitanti, inaccessibili per una ragazza di 24 anni al suo primo stipendio, e con lunghe liste d’attesa: io, però, ne avevo bisogno in quel momento, non dopo mesi! Sconfortata da questa situazione ho iniziato a domandarmi come facessero altre persone in un momento simile al mio e perché, ancora nel 2016, il benessere mentale non fosse accessibile a tutti, indipendentemente dalla propria situazione economica o geografica. Poco dopo ho iniziato a fornire sedute di terapia ad altri expat da remoto: un metodo di lavoro che prima della crisi pandemica era guardato con scetticismo dalla categoria dei terapeuti in primis. L’esperienza mi ha aiutato, invece, a scoprire un’elevata efficacia della terapia online grazie alla forte alleanza terapeutica che si instaura con il paziente, elemento fondamentale per il successo di un percorso di terapia.

Non sapevo assolutamente di voler fare l’imprenditrice finché, attraverso quello che era inizialmente un piccolo progetto, ha preso vita Unobravo, un progetto che ha come obiettivo quello di garantire a tutti l’accessibilità ai servizi di benessere mentale ho trovato un ruolo che mi calza a pennello.

Unobravo viene citata tra le maggiori startup italiane di successo. Il progetto nasce dall’intuizione di soddisfare un bisogno umano nel digitale: la consulenza psicologica online. Come sei riuscita ad emergere in un momento storico dove ogni giorno nasce una nuova idea per il digitale? Qual è stato l’ingrediente del meritato successo di Unobravo?

Quando è nata Unobravo, nel 2019, in Italia non esistevano servizi di psicoterapia online e il modello di business della telemedicina era generalista: si concretizzava in directories in cui diversi professionisti si promuovono e vengono contattati in rete, per poi essere incontrati in studio.

Con Unobravo abbiamo deciso di approcciarci in modo differente e cambiare il modello di offerta introducendo un elemento di garanzia: per me è sempre stato fondamentale selezionare gli psicologi uno ad uno, ed essere di supporto al paziente anche nella scelta del terapeuta più adatto per le proprie necessità e problematiche. Questo è sicuramente un elemento che ha sempre contraddistinto Unobravo da altre piattaforme o servizi e che ci ha permesso anche di emergere in questo momento storico.

Tutto il progetto, inoltre, è iniziato prima dell’emergenza pandemica che ha rappresentato anche il volano per Unobravo e per molti altri servizi digitali in generale. La terapia online era infatti vista con scetticismo, sia da parte dei terapeuti che dai pazienti, ma la pandemia ha costretto tutti, in un modo o nell’altro, a dover sperimentare un modo diverso di lavorare, di relazionarci con i nostri familiari o amici, ma soprattutto con noi stessi. Servizi come il nostro hanno beneficiato principalmente di questo, ovvero del fatto che dopo la pandemia ci si approccia al digitale con meno remore e io molto orgogliosa che Unobravo sia nata “in tempo” per poter dare sostegno psicologico a centinaia e migliaia di persone, prima italiani all’estero, e poi residenti, in un periodo storico così difficile e complesso per tutti.

Si parla sempre più di consapevolezza: dagli ultimi studi sullo stile di vita e sui bisogni degli abitanti (www.habitante.it), emerge la necessità di condurre una vita basata sulla percezione consapevole di sé e della realtà ci circonda. Come soddisfa Unobravo questo bisogno? Qual è il rapporto tra la piattaforma e gli utenti?

UnoBravo Intervista

 Ci sono fasi della vita in cui chiunque può avvertire difficoltà o un senso di disagio che non permettono di vivere al meglio la propria vita: è normale, soprattutto dopo il recente passato. Intraprendere un percorso psicologico o psicoterapeutico significa darsi la possibilità di iniziare un viaggio evolutivo e conoscitivo all’interno di se stessi, per stare meglio e per affrontare la quotidianità e la vita con strumenti a cui non avevamo mai pensato, ma che sono sempre stati lì, a nostra disposizione. In questo momento arriva Unobravo, che si pone come punto di riferimento nella vita delle persone nel raggiungere il proprio benessere psicologico e supportandole nella propria crescita personale.

Per farlo mettiamo in contatto l’utente con il terapeuta o la terapeuta Unobravo più adatto a ognuno in base alle proprie esigenze, affinità caratteriali e preferenze. Si tratta di un aspetto fondamentale: sono tanti i pazienti  scoraggiati da una seduta “non positiva” o una mancata affinità con il proprio terapeuta, o che spesso, semplicemente, non sanno a chi rivolgersi. Dopo la compilazione di un semplice questionario, l’utente incontra lo psicologo o la psicologa assegnati durante un incontro conoscitivo gratuito ed è sempre l’utente, in totale autonomia, a scegliere se iniziare il proprio percorso.

Le sedute di terapia poi si svolgono dalla comodità del divano di casa o da qualunque altro posto in cui ci si trovi: una modalità che permette di non scendere a compromessi con la qualità del servizio e che rende sicuramente più flessibile la gestione degli appuntamenti. Moltissime persone, altrimenti, non potrebbero accedere a servizi psicologici a causa di orari di lavoro difficili, dell’eventuale assenza di servizi in zona (ad esempio, chi vive nelle periferie) e tanto altro.

Donne e startup: in Italia solo una startup su dieci è fondata da una donna: a rilevarlo è uno studio condotto dall’Osservatorio Startup Intelligence e Startup Hi-tech, secondo cui il 12% delle startup viene costituito da esponenti del sesso femminile. Come ci commenti questo dato? Quali sono le sfide che una donna deve affrontare oggi per lanciare una startup?

Essere donna nel mondo delle startup, dell’imprenditoria e del lavoro in generale è ancora molto poco comune purtroppo e il dato lo conferma. Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescita, per fortuna, del numero di giovani donne imprenditrici, ma possiamo e dobbiamo fare molto di più. Sono certa che tante donne come me, soprattutto in ambienti non imprenditoriali e poco orientati al business – come quello da cui provengo -, abbiano attorno a loro persone che non sempre le incoraggiano a rischiare e intraprendere una nuova avventura; vengono sottolineati più spesso i potenziali rischi e tutto quello che è possibile perdere. Sicuramente questo non è funzionale per nessuno.

È inoltre necessario conoscere bene il mercato in cui ci si vuole lanciare e di cui si sta parlando, sia in termini di regulations e burocrazia che di attenzione: è importante quindi partire con un’ampia conoscenza del settore. E poi non avere avversione al rischio: la paura di uscire dalla propria zona di comfort deve essere superata, altrimenti non c’è imprenditoria. Importante sapersi organizzare, gestire il proprio tempo e il tempo altrui, ma anche saper ispirare i collaboratori e lasciare sempre qualcosa di positivo alle persone.

Gli imprenditori sono tutti diversi, io ovviamente parlo per la mia esperienza breve ma molto intensa. Aver “fame” di imparare cose nuove, non delegare ciò che non va delegato e imparare a delegare ciò che sanno fare gli altri meglio di te. Ogni giorno domandarsi se le cose decise il giorno prima siano ancora valide oppure no, e in caso negativo cambiarle rapidamente. Imprenditoria, soprattutto quella innovativa e scaleup, è questo.

Un consiglio a tutte le giovani donne che hanno un’idea imprenditoriale e vogliono portarla avanti: cosa le dice Danila?

Il mio primo consiglio è sicuramente di credere nel proprio progetto e nella propria idea. È importante essere tenaci, perseveranti e fidarsi del proprio istinto: nell’ambiente delle startup ci sono persone con più esperienza pronte a dare consigli e consulenza, ma non sempre con l’attenzione centrata sul tuo progetto. È quindi fondamentale trovare persone che comprendano veramente il piano, che siano esperte e che vogliano aiutare. Identificarle, però, non è semplice.

Un aspetto che mi sta molto a cuore, per tutte le donne, è che si sentano sempre consapevoli e capaci di perseguire qualsiasi obiettivo o sogno. Spesso ci troviamo di fronte a un retaggio culturale radicato, che ancora ci condiziona e noi donne dobbiamo essere le prime a liberarcene.

Unobravo oggi e domani: ci sono progetti di cui vuoi parlarci? Ci sono novità in corso?

Dal giorno uno abbiamo deciso di offrire un’eccellente qualità del servizio sia per i nostri pazienti che per i terapeuti. Siamo estremamente concentrati a migliorare ogni giorno e far crescere Unobravo per renderla un’azienda in grado di dare un contributo reale nella lotta contro lo stigma che ancora persiste sul tema della salute mentale. Puntiamo a questo obiettivo non soltanto con l’impegno quotidiano nel nostro lavoro per rendere democratica e accessibile la terapia a chiunque, ma anche attraverso la nostra comunicazione e le iniziative che realizziamo per avvicinare sempre più le persone a una tematica così importante e spesso sottovalutata.

Oltre a un importante lavoro per consolidare la posizione di leadership nel campo della psicologia online in Italia, stiamo potenziando i servizi tailor-made per promuovere il benessere mentale all’interno del mondo delle aziende, come supporto per i propri dipendenti e collaboratori. Fondamentale è, inoltre, l’internazionalizzazione dell’azienda con lo sviluppo del proprio modello vincente oltre i confini italiani: abbiamo iniziato dalla Spagna, dove siamo presenti con il servizio Buencoco, ma desideriamo aprirci a nuovi mercati europei con l’obiettivo di rendere Unobravo un servizio psicologico multilingua e multiculturale.

Grazie per il tempo dedicato alla community di Feminility – Il lato positivo

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