In Italia solo una startup su dieci è fondata da una donna: a rilevarlo è uno studio condotto dall’Osservatorio Startup Intelligence e Startup Hi-tech, secondo cui il 12% delle startup viene costituito da esponenti del sesso femminile.
Quando il talento è femminile va raccontato, a dimostrazione del fatto che le donne contribuiscono a migliorare il mondo: Feminility oggi vi parla di 14 startup di successo fondate da donne italiane. Che possano essere di ispirazioni per tutte quelle donne che hanno un’idea e vogliono svilupparla!
14 startup di successo fondate da donne italiane
1. UnoBravo – Danila De Stefano
Unobravo è un’innovativa startup di psicologia online che si propone come un punto di riferimento affidabile, competente ed empatico nella vita delle persone, per aiutarle nel raggiungimento del loro benessere psicologico e supportarle nella crescita personale. Il team di Unobravo conta psicoterapeuti, nutrizionisti, personal trainer e psichiatri che collaborano attivamente per lo stesso obiettivo: unire le proprie competenze ed esperienze perché tu possa raggiungere un benessere psicofisico a tutto tondo.
2. Wallife – Maria Enrica Angelone
Maria Enrica Angelone è la CEO di Wallife, startup che ha appena chiuso un round da 12 milioni di euro guidato da United Ventures.
“Wallfie protegge l’individuo dai nuovi rischi derivanti dall’innovazione tecnologica e dal progresso scientifico e si muove su tre specifiche macroaree di rischio: biometrics, genetics e biohacking.
Concretamente, Wallife studia e offre al mercato polizze che proteggono l’identità digitale della persona, tutelandola ad esempio dall’utilizzo fraudolento del face id o del touch id dello smartphone; disegna anche coperture assicurative salvaguardano le persone dall’uso distorto del patrimonio genetico, proteggendo la conservazione delle cellule staminali nelle bi banche”.
3. My Cooking Box – Chiara Rota
Chiara Rota, 37 anni, nel 2015 ha fondato My Cooking Box, l’azienda che spedisce a casa ricette gourmand già confezionate e dosate in tutti i loro ingredienti, pronte per essere cucinate. Laureata con lode in Ingegneria Gestionale presso l’Università degli studi di Bergamo, Chiara ha lavorato per varie multinazionali. La svolta, in Usa: «Mi invitavano a “cene italiane” e puntualmente trovavo in tavola spaghetti spezzati con condimenti improbabili. Adesso abbiamo iniziato a esportare negli Stati Uniti». Per la sua idea di far conoscere le ricette italiane nel mondo, nel 2021 Forbes l’ha inclusa tra le 100 leader al femminile d’Italia.
4. Marshmallow Games – Cristina Angelillo
Cristina Angelillo, ingegnere delle telecomunicazioni, dopo alcuni anni di esperienza come progettista hardware, insieme ad altri 3 soci, ha deciso di cambiare vita e fondare Marshmallow Games.
Appassionata di bambini ed insegnamento ha scelto di coniugare le sue grandi passioni che, grazie alla tecnologia, sono convogliate nella sua startup. Sotto la sua guida, in soli 3 anni di vita Marshmallow Games può vantare una serie di riconoscimenti nazionali ed internazionali, investimenti da parte di fondi privati e collaborazioni di alto livello nel mondo del mobile e dell’educazione digitale.
5. Impactscool – Cristina Pozzi
Cristina Pozzi è una divulgatrice e imprenditrice sociale ed è la CEO e Co-Founder di Impactscool, l’organizzazione fondata alla fine del 2016 per diffondere una maggiore conoscenza sugli impatti delle tecnologie emergenti nella società attraverso attività di formazione gratuite nelle scuole, nelle università e nelle aziende.
Cristina Pozzi è tra le 40 European Young Leader del 2020 per l’organizzazione no-profit Friends of Europe, ovvero tra le persone in grado di dare risposte innovative alle nuove sfide internazionali.
6. HRCoffee – Maria Cesaria Giornado
Maria Cesaria Giordano è la CEO di HRCOFFEE, startup innovativa compartecipata per il 70% da Exprivia S.p.A.,gruppo internazionale specializzato in Information and Communication Technology e quotata al mercato MTA di Borsa Italiana, che ha sviluppato un nuovo modello di gestione del personale basato su una piattaforma social che utilizza l’intelligenza artificiale per creare, grazie a chatbot, interazioni, libere da gerarchie aziendali, tra tutti i collaboratori.
HRCOFFEE nasce dall’intuizione, dallo studio e dalla dedizione di Maria Cesaria Giordano, CEO di HRCOFFEE e di suo marito Davide De Palma. La piattaforma HRCOFFEE si basa su una strategia che parte dalle persone che vivono un’azienda, le pone in connessione e permette loro di comunicare, esprimere bisogni, soft skills ed esperienze. Questo genera una serie di informazioni e report che la funzione Risorse Umane troverà indispensabili per approfondire la conoscenza delle singole persone e per creare percorsi individuali di crescita professionale.
7. Hale – Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis
Gaia Salizzoni e Vittoria Brolis sono le fondatrici di Hale, un progetto nato per aiutare chi soffre di condizioni di dolore pelvico cronico, come vulvodinia ed endometriosi, a prendersi cura del proprio benessere mentale e sessuale.
“Le patologie che colpiscono l’area pelvico-genitale sono estremamente sotto ricercate e sotto finanziate. Chi ne soffre deve affrontare anni di tabù, mancata diagnosi, costi ingenti a proprio carico e scarse terapie e soluzioni mirate per queste patologie. Eppure ne soffre il 26% della popolazione con un corpo femminile.” – spiega la co-fondatrice Vittoria Brolis.
Hale è una piattaforma digitale che crea percorsi guidati e personalizzati di psicologia e sessuologia. Questo tipo di supporto potrà figurare in futuro come “terapia digitale” ed essere prescritta dai medici come un qualsiasi farmaco, nei Paesi come la Germania, dove è prevista questa possibilità. “Soffrire di un dolore persistente nell’area genitale è un’esperienza che ha un forte impatto sia sulla salute fisica che mentale. La ricerca scientifica dimostra che la maggior parte delle persone interessate soffre anche di ansia, depressione e altri disturbi psicologici. È quindi fondamentale prendersene cura per poter migliorare la propria qualità di vita” – aggiunge Gaia Salizzoni, l’altra co-fondatrice.
8. Amity – Francesca Gargaglia
Francesca Gargaglia nel 2019 ha co-fondato la startup Amity insieme ai thailandesi Korawad Chearavanont e Arthur Krasingkorn, e all’americano David Zhang. Oggi Amity è un’azienda tecnologica in rapida crescita con centinaia di clienti e oltre 250 dipendenti in quattro uffici globali.
La missione di Amity è rompere l’egemonia dei social network e rendere accessibile a chiunque la possibilità di creare comunità digitali. In appena due anni raccoglie 30 milioni di dollari in finanziamenti da investitori quali 500 Startups, Gobi Partners, East Ventures e SMDV. “Una crescita folle” commenta Francesca, accelerata anche (ma non solo) dalla spinta alla digitalizzazione causata dalla pandemia. Ad oggi Amity collabora con centinaia di grandi aziende in tutto il mondo e si sta espandendo molto velocemente.
Solo nel 2021, l’azienda ha registrato una crescita in termini di ricavi di oltre il 170% rispetto all’anno precedente.
9. Relief – Gioia Lucarini
Relief è uno spinoff dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ed è stato proclamato vincitore del premio promosso dall’Associazione italiana degli incubatori universitari PNICube, destinato alle startup nate in ambito accademico hanno evidenziato le migliori performance sul mercato.
Relief è la startup guidata dall’ingegnera biomedico Gioia Lucarini, sviluppa e produce dispositivi biomedicali innovativi per l’incontinenza urinaria – una disfunzione che colpisce circa 500 milioni di persone nel mondo, di cui 3 milioni solo in Italia – e ha ideato un dispositivo endouretrale mininvasivo per pazienti affetti da incontinenza grave.
10. Ghostwriter AI – Ester Liquori
Ester Liquori è CEO e fondatore di GhostWriter AI, il sistema di analisi delle conversazioni che fornisce alle PMI informazioni su come interagire al meglio con i propri clienti.
Ambasciatrice Next Generation Internet (NGI) e Techstars Mentor, Ester Liquori nel 2018 è stata nominata tra le prime 15 donne più influenti nel digitale secondo la classificazione di Digitalic Magazine.
11. Nanomnia – Marta Bonaconsa
Marta Bonaconsa, CEO e co-fondatrice di Nanomnia, la startup di nanotecnologie che ha avviato due campagne di equity crowdfunding sulla piattaforma BacktoWork.
Marta ha una laurea in Biologia conseguita all’Università di Padova e un dottorato di ricerca in Neuroscienze conseguito a Verona.
L’idea di Nanomnia è nata nel 2017 quando i Soci lavoravano come ricercatori presso l’Università di Verona: Marta nel settore delle neuroscienze, mentre Michele Bovi (oggi CTO) e Pietro Vaccari (Researcher in Nanomnia) lavoravano nel settore delle bio e nanotecnologie. I tre ricercatori si sono ritrovati a lavorare su di un medesimo progetto che necessitava un forte impulso tecnologico per veicolare un farmaco impiegato per una malattia neurodegenerativa in maniera che la sua azione fosse poco tossica, ma molto efficace. Il progetto ha avuto successo e da quel momento sono nate varie collaborazioni che hanno portato Marta, Michele e Pietro a mettere a terra il progetto Nanomnia in modo indipendente e autonomo.
Ad oggi è un vero e proprio laboratorio congiunto, un rapporto sinergico e stimolante, in cui le migliori Piattaforme Tecnologiche per la sintesi, la caratterizzazione e i test di qualità dei prodotti nanoincapsulati sono a disposizione.
12. Prometheus – Valentina Menozzi e Alice Michelangeli
Alice Michelangeli aveva 25 anni quando, nel 2017, con Valentina Menozzi e Riccardo Della Ragione fondava Prometheus, startup innovativa che sviluppa dispositivi per la medicina rigenerativa.
Il prodotto di punta si chiama Ematik, un cerotto che dimezza i tempi di guarigione delle ferite croniche. Su Ematik sono in molti a scommettere, tanto che l’ultima campagna di equity crowdfunding ha raggiunto il milione di euro. Del resto, il mercato di riferimento ha un valore di 20 miliardi e cresce a un tasso del 25%.
13. Flowerista – Sara Malaguti
Sara Malaguti è la founder di Flowerista, un ecosistema che supporta e valorizza i talenti creativi.
Sara Malaguti è promotrice del “digitale gentile” e di quanto il marketing e la comunicazione siano importanti per chi lavora nel settore creativo.
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14. Coder Kids – Federica Gambel
Nato a Milano nel 2015, il progetto di propone di portare le basi della programmazione nelle scuole e nelle famiglie. La founder Federica Gambel: “A 40 anni ho realizzato il mio sogno: insegno il coding ai bambini”. Gambel, madre di tre figli, nel 2015 ha fondato un centro di sviluppo e ricerca per avviare i ragazzini ai temi del coding e della robotica educativa. «Il 65% delle professioni del futuro non esiste ancora: dobbiamo preparare i ragazzi».
«Realizziamo corsi per i docenti e laboratori per i ragazzini delle elementari e delle medie, ma anche iniziative di coding senza device per i bambini dell’asilo», spiega Gambel. «I ragazzi progettano app e videogiochi, fanno video-editing, presentano ciò che hanno realizzato… A differenza di quanto pensino in molti, il coding consente di essere molto creativi: è uno strumento imprescindibile, che si può applicare in qualunque ambito».
Feminility è un progetto editoriale nato per supportare le donne e testimoniarne l’aspetto positivo nella società. Continua a seguirci per altre curiosità e altre informazioni sulle iniziative a sostegno delle donne.