Simone de Beauvoir

12 Gennaio – Anniversario della nascita di Simone de Beauvoir, figura influente del femminismo del XX secolo

Articolo di
Pubblicato il
Categoria

Oggi 12 Gennaio ricorre l’Anniversario della nascita di Simone de Beauvoir, una delle figure più influenti nel pensiero femminista e filosofico del XX secolo.

Simone de Beauvoir si distingue per la sua rilevante opera di rifondazione teorica del femminismo, mirata a conferire dignità alla figura femminile. Partendo dalla consapevolezza della subordinazione della donna al sesso maschile, la filosofa identifica possibili cause di questa condizione, aspirando infine all’emancipazione e al pieno sviluppo della consapevolezza di sé. È per questo che viene riconosciuta come una delle figure fondamentali del movimento femminista contemporaneo.

«Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna».

Simone de Beauvoir da Il secondo sesso

“Donna non si nasce, lo si diventa”

Con tre romanzi e vari saggi acclamati da pubblico e critica, Simone de Beauvoir raggiunge uno dei vertici della sua produzione letteraria nel 1949 con la pubblicazione de “Il secondo sesso”.

Quest’opera, anche a distanza di settant’anni, mantiene una rilevanza straordinaria, con le sue idee ancora perfettamente attuali. L’affermazione “Donna non si nasce, lo si diventa”, coniata da de Beauvoir, diventa uno slogan chiave del femminismo.

Nel libro, l’autrice espone il concetto che la società ha costruito un’immagine sociale della donna basata sulla biologia, usando i principi delle differenze di genere per giustificare erroneamente la presunta debolezza femminile.

discriminazione donna storia
Canva

Emancipazione dalla famiglia

Simone de Beauvoir, nata con il nome completo di Simone Lucie Ernestine Marie Bertrand de Beauvoir il 9 gennaio 1908 a Parigi e scomparsa il 14 aprile 1986 nella stessa città, è stata una figura poliedrica della cultura francese, affermandosi come scrittrice, saggista, filosofa, insegnante e femminista di rilevanza internazionale. La sua influenza è particolarmente significativa nell’ambito dell’esistenzialismo.

La sua infanzia trascorse in una famiglia alto-borghese segnata dalla bancarotta del nonno materno Gustave Brasseur, evento che costrinse la famiglia a cambiare residenza. Simone e sua sorella Henriette-Hélène dovettero affrontare anni di disagi economici. Nonostante le difficoltà, Simone sviluppò sin da piccola una profonda passione per la natura, esplorando i campi con sua sorella.

La famiglia continuò a lottare economicamente, mantenendo comunque alcune tradizioni borghesi, come i soggiorni dai nonni e presso la zia. Simone, fin dalla giovane età, mostrò un notevole interesse per gli studi, distinguendosi come allieva esemplare all’Istituto Désir. La sua decisione di continuare gli studi e di dedicarsi all’insegnamento, abbandonando al contempo la religione, fu una scelta insolita per l’epoca.

Il suo fervente impegno nel pensiero liberale e di sinistra, caratterizzato da un marcato determinismo, la spinse a distanziarsi dalla famiglia, soprattutto dalla madre, e dal cerchio degli amici. La sua emancipazione fu rapida, iniziando gli studi di lettere e filosofia presso l’Università di Parigi, la Sorbona, dove laureò con una tesi su Leibniz.

Nel 1929 ottenne l’agrégation in filosofia, riservata ai migliori allievi francesi. Durante gli anni universitari, Simone si innamorò del cugino Jacques Champigneulle, ma il loro rapporto ebbe una fine dolorosa quando lui si legò ad un’altra donna. Questo episodio segnò Simone, portandola ad attraversare un periodo di depressione nell’estate del 1927.

Simone de Beauvoir, oltre a emergere come figura chiave nell’esistenzialismo, ha lasciato un’impronta duratura nel panorama letterario e femminista, affrontando temi cruciali della condizione umana e della società.

Il contributo di Simone de Beauvoir al movimento femminista

La partecipazione di Simone de Beauvoir al movimento femminista è notevole e si colloca in un periodo particolarmente significativo della storia, ovvero durante la contestazione studentesca del maggio francese del 1968. In quegli anni tumultuosi, la scrittrice partecipò attivamente e simpatizzò con il movimento.

Cosa vogliono dire femminismo e femminista?

Negli anni Settanta, si distinse per il suo impegno in diverse cause di rilevanza sociale, quali la dissidenza sovietica, il conflitto arabo-israeliano, la questione dell’aborto, la situazione in Cile, e i diritti delle donne, rivestendo incarichi di rilievo come la presidenza dell’associazione Choisir e della Lega dei diritti della donna.

“Manifeste des 343 salopes”: un’autodenuncia collettiva di ricorso all’aborto

Un momento cruciale fu nel 1971, quando redasse il “Manifesto delle 343 puttane” (Manifeste des 343 salopes), firmato da 343 personalità, tra cui intellettuali, attrici e donne comuni, che si autodenunciavano per aver fatto ricorso all’aborto.

In quel periodo, era ancora in vigore la legge del 1920 che penalizzava chi avesse praticato o provocato aborti, con pene che variavano da 3 mesi a 6 anni di reclusione. Simone de Beauvoir, con coraggio, si schierò contro questa legge ingiusta e discriminatoria.

Simone de Beauvoir e il suo concetto di “vecchiaia”

Nell’ultima fase della sua vita, la filosofa affrontò con altrettanto coraggio un altro tema sociale importante: quello della vecchiaia. Dedicò un saggio significativo intitolato “La terza età” nel 1970, esplorando gli aspetti culturali, sociali e personali legati all’invecchiamento.


Simone de Beauvoir, in una riflessione su se stessa, si presentò come un’individualità complessa, sfuggendo alle semplificazioni. Rivelò una vita vissuta intensamente, caratterizzata da immagini contrastanti. Da un lato, veniva descritta come una figura eccentrica e dissoluta, associata a ricordi di balli nudi su botti a Rouen.

Dall’altro, con i tacchi bassi e i capelli tirati, assomigliava a una figura più conservatrice e austera. Tuttavia, sottolineò che l’essenza di chi è una scrittrice va oltre questi stereotipi, delineando una vita interamente condizionata dalla scrittura. Una vita che, seppur possa sembrare stravagante a chi non ne comprende appieno la natura, è piena di motivazioni, ordine e scopi che solo attraverso la comprensione profonda possono essere valutati adeguatamente.

Leggi anche Il Calendario Delle Donne: 50 Date per Celebrare la Donna, non solo l’8 marzo

articolo correlati

This website uses cookies to ensure you get the best experience on our website.