“C’è ancora domani” è diventato il film più visto del 2023. Di e con Paola Cortellesi, “C’è ancora domani” ha raggiunto 4.395.868 presenze. La pellicola fornisce uno sguardo acuto e riflessivo sulla condizione delle donne in un contesto storico specifico. Invita il pubblico a riflettere sulle questioni di genere, sulla violenza domestica e sulle sfide sociali affrontate dalle donne del tempo.
“C’è ancora domani” di Paola Cortellesi: uno sguardo potente sulla condizione delle donne durante il secondo dopoguerra in Italia
Il film “C’è ancora domani” sembra offrire uno sguardo “crudo” sulla condizione delle donne durante il secondo dopoguerra in Italia, evidenziando le profonde disuguaglianze di genere e il contesto sociale oppressivo. La trama presenta Delia come una donna che, nonostante le sfide e la violenza subita, continua a cercare di adempiere ai ruoli tradizionali assegnati alle donne dell’epoca: moglie devota, madre premurosa e donna di casa diligente.
La rappresentazione di Delia come vittima di maltrattamenti fisici e psicologici da parte del marito Ivano evidenzia il clima di oppressione e controllo che caratterizzava molte relazioni di quel periodo. Il fatto che la violenza sia perpetrata non solo in privato ma anche in pubblico, con commenti umilianti davanti ai figli, ai vicini e agli ospiti, mette in luce la natura sistematica e diffusa di questi abusi.
La figura di Ivano, a sua volta, riflette l’incarnazione degli stereotipi maschili dell’epoca, profondamente radicati nel sistema patriarcale. Il suo comportamento violento e autoritario è influenzato dalle aspettative sociali e culturali che relegavano le donne a ruoli subalterni, perpetuando così cicli di violenza generazionale.
Le donne considerate come esseri inferiori: “Manco la serva sai fare!”
La citazione “Manco la serva sai fare” sottolinea il modo in cui le donne erano considerate inferiori e limitate alle mansioni domestiche, contribuendo così a mantenere il loro stato di dipendenza finanziaria e sociale. La dinamica tra Delia e Ivano sembra riflettere la lotta delle donne per emanciparsi da queste restrizioni e per cercare un’autonomia personale, nonostante le sfide e le limitazioni.
La presenza del suocero malato e la difficoltà economica aggiungono ulteriori strati di complessità alla vita di Delia, mettendo in evidenza la precarietà delle condizioni di vita dell’epoca e il peso aggiuntivo che molte donne dovevano sopportare.
La complessità delle relazioni familiari e il perpetuarsi di comportamenti violenti
Il film “C’è ancora domani” offre una potente riflessione sulla violenza domestica e la sua normalizzazione nella società del dopoguerra, sottolineando come le donne, incluso il personaggio principale Delia, subiscano abusi fisici e psicologici. La rappresentazione delle fasi del ciclo della violenza evidenzia il dramma vissuto non solo dalla vittima diretta ma anche dalla sua famiglia, che ne è a sua volta coinvolta.
La dissociazione psicologica di Delia, manifestata durante gli episodi di violenza, rappresenta un meccanismo di difesa per distanziarsi dalla cruda realtà. Il film illustra la complessità delle relazioni familiari e il perpetuarsi di comportamenti violenti attraverso le generazioni, evidenziando come i figli, maschi e femmine, possano apprendere e replicare dinamiche dannose.
Delia, un simbolo di resistenza e resilienza
La figura di Delia emerge come un simbolo di resistenza e resilienza. Nonostante la sua condizione di vittima, riesce a proteggere i suoi figli, dimostrando che la forza interiore può sopravvivere anche alle situazioni più avverse. La trama si sviluppa in modo avvincente, culminando con un atto di ribellione simbolico di Delia contro la violenza subita e un appuntamento con la storia attraverso il diritto di voto.
Il film offre uno sguardo toccante sulla violenza di genere e la sua eredità intergenerazionale, invitando ad una riflessione profonda sulle dinamiche sociali e culturali che favoriscono tali comportamenti. La storia di Delia, pur inserita in un contesto storico specifico, rimane purtroppo attuale, richiamando la necessità di combattere la violenza di genere attraverso l’educazione, la consapevolezza e l’azione collettiva.
Passato, presente e futuro: un’allarmante persistenza di violenze contro le donne
Il film “C’è ancora domani” affronta temi cruciali che vanno oltre la narrazione cinematografica, gettando luce sulla realtà dolorosa e purtroppo attuale della violenza di genere. I dati dell’ISTAT evidenziano l’allarmante persistenza di violenze contro le donne, indicando varie forme di abusi fisici e sessuali.
Dal 2006 al 2014 “Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento, la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).” (ISTAT)
Il rapporto del Ministero dell’Interno sul periodo più recente
Il rapporto del Ministero dell’Interno circoscritto ad un periodo più recente, rivela un quadro inquietante di femminicidi, sottolineando la tragica realtà in cui le donne continuano ad essere vittime di violenza da parte dei loro partner o ex partner.
“Relativamente al periodo 1 gennaio – 12 novembre 2023 sono stati registrati 285 omicidi, con 102 vittime donne, di cui 82 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 53 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner.” (Rapporto del Ministero dell’Interno)
Consapevolezza del passato e impegno nel presente
Il film, affermando la necessità di affrontare il patriarcato e le tossicità associate alla mascolinità, mette in luce il persistere di stereotipi e ruoli di genere nocivi. Gli uomini, intrappolati nelle aspettative della società patriarcale, spesso perpetuano la violenza, mentre le donne, non sempre dotate delle risorse economiche o emotive necessarie, faticano ad emanciparsi da questa realtà.
La consapevolezza del passato e l’impegno presente possono contribuire a plasmare un futuro in cui la violenza di genere sia debellata. Ognuno di noi ha il potere di esercitare i propri diritti, dall’espressione di un voto libero alla determinazione del consenso sessuale. Inoltre, contrastare comportamenti sessisti diventa essenziale, dalla consapevolezza quotidiana alle azioni concrete, per creare una società più equa e sicura per tutti.
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