Mirella Antonione Casale, l’insegnante che ha cambiato la scuola italiana

Mirella Antonione Casale, l’insegnante che ha cambiato la scuola italiana

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Mirella Antonione Casale è conosciuta come l’insegnante che ha cambiato la scuola italiana, considerata l’artefice dell’inclusione delle alunne e degli alunni con disabilità nel sistema scolastico italiano, con la conseguente nascita della figura dell’insegnante di sostegno, sancita dalla legge 517 del 4 agosto 1977.

Mirella Antonione Casale, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, promuove l’inserimento nel sistema scolastico dei bambini svantaggiati e speciali.

Laureata in lettere classiche, insegna nelle scuole medie e negli istituti tecnici. Nel 1968 vince il concorso di preside nella scuola media. Sceglie di occuparsi di disabilità intellettiva e relazionale motivata da una sua dolorosa esperienza personale. Nel 1957 la figlia Flavia, infatti, ammalatasi di influenza asiatica a soli 6 mesi, sviluppa una grave encefalite virale, seguita dal coma. Nonostante secondo il parere dei medici non ci siano speranze, Mirella non si arrende. Affidandosi ad un altro pediatra, riesce a portare a casa la bambina la quale esce dal coma, ma riporta gravi danni cerebrali.

Raggiunta l’età di sei anni, Mirella decide di portare la figlia a scuola. Si rende conto che nessun istituto accetta l’iscrizione della bambina, che sarebbe costretta a frequentare esclusivamente una scuola privata. Mirella decide allora di impiegare tutte le sue forze per consentire ai ragazzi con disabilità di frequentare gli istituti ordinari.

Mirella Antonione Casale: la disabilità non è disagio

È così che nel 1964 Mirella Antonione Casale si iscrive all’ANFFAS, un’associazione che si occupa di bambini con disabilità – l’attuale Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, e ne diventa Presidente. Inizia a battersi contro le scuole differenziali che confondono disabilità con disagio, intraprende una sperimentazione per far studiare i ragazzi disabili ed entra in contatto con vari esponenti della politica ai quali propone le sue innovative teorie inclusive.

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L’inclusione diventa un metodo

In un clima di profondo rinnovamento sociale, nella scuola media Camillo Olivetti di Torino, di cui Mirella era preside, parte la sperimentazione del progetto di inclusione dei ragazzi “svantaggiati”. Viene istituita una commissione parlamentare sulle problematiche degli alunni disabili guidata dalla senatrice Franca Falcucci, allora ministra della Pubblica Istruzione.

La “rivoluzione” dell’insegnante Mirella Antonione Casale

Una vera rivoluzione quella dell’insegnante Mirella Antonione Casale che richiede la modifica dei programmi scolastici, del sistema di insegnamento e una spinta a non avere paura del “diverso”.

Dopo anni di sperimentazioni, con la legge n. 118, del 1971, si afferma il diritto degli invalidi civili all’inserimento nella scuola sia elementare che  media. In tale apertura la legge n. 517 ha sancito, nel 1977, che:

“il diversamente abile non solo ha diritto allo studio ma, affinché possa liberamente socializzare, ha anche il diritto ad essere inserito e integrato, impiegando la figura dell’insegnante di sostegno, nelle classi normali della scuola dell’obbligo”. 

Mirella Antonione Casale è perciò l’autrice di un grande cambiamento e per tale ragione è ricordata come l’insegnante che ha cambiato la scuola italiana. Oltre all’impegno sociale, Mirella Antonione Casale ha saputo distinguersi nella scrittura con le sue poesie, oggi premiate.

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«La prima convinzione profonda che vorrei trasmettere ai giovani è la disponibilità. Oltre ad essere onesti, leali e corretti con gli altri (come predicano anche i genitori), voi giovani dovete essere disponibili ad aiutare le persone in difficoltà, che siano bambini, giovani o anziani, mettendovi al loro fianco perché siano inseriti – con le loro capacità e i loro limiti – come parte integrante nella società. Nessun uomo è un’isola e tutti devono avere la possibilità di non sentirsi soli. E non solo perché ci sono dei diritti sanciti dalla Costituzione Italiana e dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Ma perché aiutare gli altri fa bene anche a se stessi, ricevendone simpatia e affetto e a volte con gli altri ci si può divertire. Perché poi tutti noi – e questo è il motivo etico per me fondamentale – siamo “sulla barca della vita” e ci dobbiamo aiutare l’un l’altro, ma specialmente farlo nei confronti di chi è in difficoltà, senza pretendere nulla in cambio, né in vita e nemmeno nell’aldilà, per chi è credente.
Poi la convinzione: non scoraggiatevi mai nella vita. Se trovate degli ostacoli, considerateli naturali e non una “catastrofe”. Imparate sin da bambini a superare le difficoltà con pazienza, tenacia, intelligenza. Perché gli ostacoli si vincono così».

Mirella Antonione Casale

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