stiliste che hanno fatto la storia

Donne e moda: le stiliste che hanno fatto la storia

Articolo di
Pubblicato il
Categoria

Le donne rivestono un ruolo centrale nell’universo della moda, suscitando ammirazione da parte di tutti. Tutte sono indubbiamente amate, alcune, grazie al loro carisma straordinario, hanno ispirato il mondo della moda, diventando icone senza tempo. Altre ancora hanno plasmato la moda con il loro genio unico, tracciando la strada per generazioni future. Esplorando le pagine della storia della moda, emerge chiaramente che non stiamo parlando solo di couturier e designer eccezionali, ma anche di donne coraggiose che hanno realizzato ciò che in passato sembrava un sogno impossibile per il gentil sesso.

Donne e moda: le stiliste che hanno fatto la storia


Jeanne Lanvin

Nel lontano 1889, nel cuore vivace di Parigi, si apre una piccola bottega di cappelli che segnerà l’inizio di una straordinaria storia. A varcare la soglia è Jeanne Lanvin, una giovane modista di soli 22 anni, determinata a conquistare la capitale francese e, successivamente, il mondo intero con le sue creazioni.

In soli quattro anni, il suo talento trova riconoscimento culminando nella creazione della sua Maison di moda, nota oggi semplicemente come Lanvin. La stilista merge come pioniera del concetto “mini me mamma-bimba”, evidenziando non solo la sua maestria stilistica ma anche una visione imprenditoriale avveniristica. La sua maison sartoriale cresce rapidamente, esportando il suo stile in tutto il mondo nei primi decenni del XX secolo, caratterizzata dalla sua proverbiale determinazione e riservatezza rispetto alla vita mondana.

Jeanne Lanvin rimane un esempio virtuoso nella moda e nell’imprenditoria femminile, una figura che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del settore. La sua eredità continua a ispirare e a influenzare le generazioni successive.

Coco Chanel

Coco Chanel, nota all’anagrafe come Gabrielle Chanel, è indubbiamente una delle figure femminili rivoluzionarie più influenti del XX secolo, non solo nel campo della moda. La sua infanzia segnata dalla perdita della madre e dall’abbandono del padre la porta a diventare un’orfana affidata alle cure delle Suore del Sacro Cuore di Aubazine. Durante questi anni, immersa nell’antitesi tra bianco e nero e nell’austerità degli abiti femminili rigorosi, Gabrielle inizia a plasmare la persona che il mondo avrebbe conosciuto come Coco.

Nella Parigi dei primi del ‘900 si compie veramente la trasformazione della donna destinata a rivoluzionare la moda. La sua creatività si esprime attraverso innovazioni come l’uso del jersey, il primo trittico cardigan-pullover-gonna, il tweed, il celebre profumo Chanel N. 5 e l’iconica Chanel 2.55, la borsa che conquista il cuore del mondo. Tra le sue intuizioni visionarie, ricordiamo il petit robe noir (il tubino nero), le slingback bicolor, la collana da cocktail, e il tailleur in maglia.

Coco Chanel
Coco Chanel

Elsa Schiaparelli

Nel panorama della moda degli anni ’30, non possiamo trascurare la figura di Elsa Schiaparelli, l’innovativa stilista innamorata dell’arte e della letteratura, celebre per aver dato vita al colore rosa. Mentre Coco incarna un’eleganza minimale fatta di bianco, nero e tessuti d’avanguardia, Elsa presenta al mondo un universo eccentrico popolato da abiti estrosi e concettuali, vicini al mondo dell’arte e destinati a star del cinema e dello spettacolo. Ciò che le accomuna, naturalmente, è la loro innata classe.

Nata a Roma e vissuta tra Svizzera, Stati Uniti e Francia, Elsa ha origini illustri, una vita agiata e un’istruzione eccellente. Sebbene il suo approccio alla moda inizi a prendere forma a New York, è a Parigi che Elsa, conosciuta affettuosamente come “la Schiap,” rinverdisce come una vera stella. La sua maison diventa celebre in breve tempo, attrattiva per gli artisti più noti dell’epoca, da Giacometti a Dalì. La sua vicinanza all’avanguardia dadaista e cubista la spinge a creare abiti che si avvicinano all’arte, come il celebre abito aragosta sviluppato in collaborazione con l’amico Salvador Dalì.

Ma la sua eredità più duratura è senza dubbio il “rosa shocking” una sfumatura intensa di magenta introdotta nel 1936, che ha ispirato numerosi abiti diventati celebri nel mondo del cinema, come il “sirena dress” indossato da Marilyn Monroe in “Gli uomini preferiscono le bionde”. Se è incerto se gli uomini preferiscano davvero le bionde, ciò che è certo è che gli amanti della moda continuano a riverire l’eleganza non convenzionale della Maison Schiaparelli ancora oggi.

Elsa Schiaparelli
Elsa Schiaparelli

Vivienne Westwood

In Inghilterra nel 1941 nasce la ribelle della moda dai capelli rossi. Si tratta di Vivienne Westwood, colei che ha introdotto il punk nel mondo della moda. La camaleontica Vivienne apre il suo negozio “Let it Rock” al 430 di King’s Road. Inizia a disegnare e a proporre pullover in mohair e scarpe “brothel creeper” ai Teddy Boy, sfidando lo stile dominante degli hippie. Nel 1975, il nome del negozio cambia in “Sex” per soli un anno, e Vivienne presenta un abbigliamento audace e fetish. Ma è nel ’76 che nasce “Seditionaries – Clothes for Heroes”, e qui, legata ai Sex Pistols, Westwood diventa la regina del punk, dettando le regole della moda. È già storia.

Diane von Fürstenberg

Diane von Fürstenberg, nata in Belgio nel 1946 e stilista nonché imprenditrice naturalizzata statunitense, lancia la sua linea nel 1972. In soli due anni, dimostra un acume straordinario creando un capo che la eleva immediatamente al rango di celebrità e che diventerà un’autentica rivoluzione negli armadi delle donne: il wrap dress, ossia l’abito a vestaglia.

L’obiettivo della designer è quello di narrare un nuovo concetto di femminilità attraverso la realizzazione di un vestito che incarna “il simbolo sartoriale della liberazione sessuale delle donne”, come dichiarato dalla stessa Diane. Senza cerniere né bottoni, il morbido jersey di seta, declinato in mille e una fantasie, avvolge le donne con comfort e raffinatezza. Un autentico capolavoro che ha segnato e continua a lasciare il segno nella moda in molteplici forme.

Miuccia Prada

Siamo nel 1948 a Milano, e nasce Maria Bianchi. Questo nome potrebbe non dire molto, ma se facciamo un salto temporale negli anni ’70, quando Maria entra nell’azienda di famiglia e diventa Miuccia Prada, tutto diventa più chiaro. Nel 1978, Miuccia assume la leadership della società fondata dal nonno Mario Prada e, in breve tempo, trasforma una semplice bottega nel cuore di Milano in una modernissima casa di moda. Nel giro di poco, crea una vera filosofia della moda capace di rivoluzionare il concetto di “vestire” a livello mondiale.

La cultura dell’ugly chic, l’estetica del brutto coltivata dalla maison milanese, ha avuto un impatto fondamentale sulla moda moderna come poche altre cose. La storica prima collezione di Miuccia datata 1988, intrisa di pezzi vintage e influenzata da uniformi militari e stile cameriera, è stata un manifesto del suo gusto personale, seppur compreso solo da pochi.

Negli anni ’90, arriva la consacrazione con la riscoperta del nylon e la collezione Miu Miu. Ma soprattutto, emerge un approccio femminista alla moda, liberando le donne dalla catena dell’ipersessualizzazione e riportandole al centro di ciò che piace a loro, non agli uomini.

Miuccia Prada
Miuccia Prada

Stella McCartney

Stella McCartney intraprende una rapida ascesa che la porta a diventare direttore creativo del marchio Chloé a Parigi e successivamente a collaborare con grandi nomi del settore come Gucci e Adidas. La vera svolta arriva quando Stella McCartney riesce finalmente a lanciare una collezione a suo nome. Il marchio cresce a velocità record, come ci si aspetta da un’ex bambina prodigio, e Stella ha l’opportunità di sviluppare il suo vero progetto, che è sempre stato anche una lodevole battaglia: una moda più etica ed ecosostenibile.

Il vero cambiamento di prospettiva di Stella McCartney non si limita solo alle sue linee di moda estremamente coerenti e sempre azzeccate, ma comprende anche uno studio approfondito e lo sviluppo di un nuovo concetto più consapevole di moda, rispettoso del nostro Pianeta. Plateau biodegradabili e la messa a punto di pelli vegetali provenienti da funghi o cactus sono solo alcune delle pietre miliari di questa stilista contemporanea che è riuscita a imporre una visione e un nuovo concetto di moda, apparentemente impossibili fino a poco tempo fa.

Stella McCartney
Stella McCartney

Feminility è un magazine digitale, che ha l’obiettivo di educare la società a parlare di cosmo femminile in termini positivi. Di spiegare cos’è la femminilità, mettendo al centro le vite di donne straordinarie che hanno contribuito e contribuiscono a “rimodellare” il valore che si associa alle donne oggi.

Feminility è una community di persone, uomini e donne indistintamente, che credono che la femminilità sia un valore da esaltare. Con il progetto di Feminility vogliamo creare un mondo in cui si comprende l’importanza delle donne nella società, nel mercato e nella vita di tutti i giorni.

articolo correlati

This website uses cookies to ensure you get the best experience on our website.