Le carriere femminili in ambito accademico

Focus “Le carriere femminili in ambito accademico”

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In occasione della “Giornata internazionale dei diritti della donna” l’Ufficio statistico del Ministero dell’Università e della Ricerca ha diffuso il Focus “Le carriere femminili in ambito accademico”

Focus “Le carriere femminili in ambito accademico” – la crisi pandemica ha sollevato alcune riflessioni in ordine all’importanza del gender gap, cioè tutte quelle differenze relative alla parità di genere e alla mancanza di pari opportunità in vari ambiti della vita sociale e lavorativa. In Italia, nonostante si laureino più le donne solo il 23% di esse, per esempio, arriva a ricoprire la carica di professoressa ordinaria, contro il 77% della quota maschile. Le diseguaglianze di genere hanno radici profonde, che nascono già nel contesto familiare prima, e nella formazione poi. Ciò ha conseguenze drastiche anche nel mondo lavorativo dove queste diseguaglianze si consolidano.

Il tema della parità di genere e delle pari opportunità è trasversale al programma Next Generation EU (NGEU) promosso dall’Unione Europea per aiutare i Paesi colpiti dalla pandemia. Infatti, attraverso investimenti e riforme si intende migliorare, tra le altre cose, la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori e conseguire una maggiore equità di genere, affinché la ripresa economica si basi anche su questi temi caldi.

Le carriere femminili in ambito accademico
Le carriere femminili in ambito accademico- Credits Photo: Canva

Il dataset “Dati per Bilancio di Genere

Attraverso l’elaborazione dei dati presenti nelle banche dati del Ministero, si è reso fruibile da tutti gli atenei il dataset “Dati per Bilancio di Genere”. In particolare, questo è stato pubblicato nella sezione Open Data del Portale dei dati dell’istruzione superiore. Nel Focus “Le carriere femminili in ambito accademico” sono state sintetizzate le principali informazioni relative agli studenti, al personale docente e non docente con un approfondimento sul percorso di studi STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). È proprio in questo settore, infatti, che sono ancora poche le donne iscritte per la persistenza di stereotipi culturali. Pertanto, tra gli interventi previsti dal PNRR, a questo proposito ce ne sono alcuni volti a facilitare e incoraggiare il passaggio dalla scuola secondaria superiore all’università specialmente in quest’area.

L’evoluzione della presenza femminile nel sistema universitario italiano

Nel corso della formazione universitaria, in Italia, le donne rappresentano stabilmente ben oltre il 50% della popolazione di riferimento a tutti i livelli, esse sono:

  • il 55,5% degli iscritti ai corsi di laurea;
  • il 57,6% del totale dei laureati;
  • il 50,0% degli iscritti ai corsi di dottorato;
  • il 51,8% del totale dei dottori di ricerca.

Tuttavia, il passaggio dalla formazione universitaria alla carriera accademica mostra che la presenza femminile diminuisce man mano che si sale la scala gerarchica. Infatti, nel 2017 la percentuale di donne si attesta al 50,3% tra i titolari di assegni di ricerca (Grade D), al 46,6% tra i ricercatori universitari (Grade C), al 37,5% tra i professori associati (Grade B) e al 23,0% tra i professori ordinari.

Vi è una segregazione verticale della carriera delle donne in ambito accademico, in quanto poche donne raggiungono i vertici apicali della carriera accademica. Ciò a causa del:

  • glass ceiling (soffitto di cristallo), ovvero la barriera invisibile che impedisce alle donne di accedere alle posizioni apicali per ostacoli spesso difficili da individuare;
  • leaky pipeline che è la progressiva uscita delle donne dal percorso delle carriere accademiche una volta concluso il periodo di formazione universitaria.

Inoltre, la carriera delle donne è caratterizzata anche da una segregazione orizzontale. Questa è caratterizzata dalla permanenza di stereotipi culturali che inducono donne e uomini a scegliere percorsi universitari e di dottorato tradizionali.

carriere femminili in ambito accademico
Credits Photo: Canva

I dati positivi del Focus “Le carriere femminili in ambito accademico”

Nonostante la situazione attuale, il Focus segnala alcuni dati positivi. Il primo riguarda il Glass Ceiling Index (GCI) che misura la probabilità delle donne rispetto agli uomini di raggiungere la qualifica più elevata nella carriera accademica. Il GCI pari a “1” indica la perfetta parità di genere. Mentre, più l’indice assume valori superiori a “1”, più è segno di una sotto-rappresentazione delle donne. Sebbene ci sia ancora una distanza da colmare, l’Italia, dal 2005 al 2020, ha ridotto il valore, passando da 1,84 a 1,52, un valore leggermente inferiore alla media europea pari a 1,54.

Un altro dato positivo riguarda i dottorati di ricerca. Sebbene siano ancora poche le studentesse che scelgono le “scienze dure”, rispetto alla media europea, l’Italia ha raggiunto risultati ottimali. Sono tante le donne che conseguono il titolo di dottore di ricerca (51% rispetto a una media europea del 48%).  E anche quelle interne ai settori tecnico-scientifici delle aree STEM (43%, 2 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente e sopra la media europea del 38%).

La quota di dottoresse di ricerca, in percentuale totale e nelle aree STEM, nel nostro Paese risulta superiore anche a quelle di alcuni Paesi europei come Regno Unito (rispettivamente, 48% e 40%), Francia (rispettivamente, 44% e 36%) e Germania (rispettivamente, 45% e 33%).

Un altro segnale incoraggiante arriva, poi, dai dati delle immatricolazioni nell’anno accademico 2021-22. Sul totale di coloro che hanno scelto di frequentare un corso di laurea in discipline STEM le donne rappresentano il 39,5%. Questo è il valore più alto dal 2012-2013, in leggero aumento anche rispetto all’anno precedente (39,3 per cento) e all’anno accademico 2019-2020 (38,5 per cento).

lavoro donne università
Credits Photo: Canva

Conclusioni

Nel Focus sono evidenziate le svariate criticità che hanno lontane e profonde radici. Il rapporto descrive, tra l’altro, come nel sistema universitario italiano siano ancora evidenti alcuni divari di genere. Ad esempio, nel 2020 il 78% dei corsi dell’area “Humanities and the Arts” è a prevalenza femminile e il 73% dei corsi dell’area “Engineering and technology” è a prevalenza maschile.

Inoltre, si sottolinea come nel passaggio dalla formazione universitaria alla carriera accademica la presenza femminile diminuisca al progredire della scala gerarchica:

Nel 2020 la percentuale di donne si attesta al:

  • 48,5% tra i titolari di assegni di ricerca.
  • 46,4% tra i ricercatori universitari.
  • 40,4% tra i professori associati.
  • 25,4% tra i professori ordinari.
Fondo Impresa Donna
shutterstock di Mary Long

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