Nonostante i significativi progressi compiuti dalle donne in termini di opportunità di carriera, l’equilibrio di genere nella partecipazione alla forza lavoro rimane un obiettivo critico da raggiungere. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, quasi il 50% delle donne è impiegato, una percentuale considerevolmente inferiore rispetto all’oltre 7o% degli uomini. Tuttavia, la questione non si limita solo alla quantità di donne impiegate, bensì si estende anche alla qualità dei lavori che riescono ad ottenere.
Le donne, nonostante il loro ingresso nel mondo del lavoro, affrontano ancora sfide significative nel garantirsi posizioni di lavoro di alta qualità. Numerose statistiche evidenziano come, anche quando occupate, le donne spesso si ritrovino a svolgere lavori caratterizzati da una qualità inferiore rispetto ai loro colleghi maschi. Questa disparità è un segnale inequivocabile della persistente discriminazione di genere e dell’urgente necessità di promuovere un’equità occupazionale reale.
Mentre il cammino verso l’uguaglianza di genere prosegue, è essenziale affrontare le barriere strutturali e culturali che ostacolano la piena partecipazione femminile nel mondo del lavoro. Solo attraverso un impegno continuo e sistematico per abbattere queste disparità, si potrà sperare di creare un ambiente in cui le donne non solo accedano alle opportunità di carriera in modo paritario ma ottengano anche lavori di qualità equivalente. La consapevolezza di queste criticità è il primo passo verso un cambiamento duraturo e significativo nella promozione dell’uguaglianza di genere sul luogo di lavoro.
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Quali sono le migliori aziende per le donne?
Forbes, in collaborazione con la società di ricerca di mercato Statista, ha pubblicato una classifica delle migliori aziende per le donne nel 2023, un riconoscimento basato su interviste condotte su circa 70.000 donne che lavorano in multinazionali in 37 Paesi. L’obiettivo è identificare e premiare le imprese che eccellono in aree importanti come l’equità retributiva, la gestione di casi di discriminazione di genere e le opportunità di avanzamento per uomini e donne.
La classifica delle 20 aziende migliori al mondo per le donne
- Maif, Francia
- The Estée Lauder Companies, Stati Uniti
- Sap, Germania
- Clorox, Stati Uniti
- Marriott International, Stati Uniti
- Marks & Spencer, Regno Unito
- H&M, Svezia
- Intersport, Svizzera
- Microsoft, Stati Uniti
- Adidas, Germania
- Netflix, Stati Uniti
- Aviva, Regno Unito
- AptarGroup, Stati Uniti
- Starbucks, Stati Uniti
- L’Oréal, Francia
- Sncf, Francia
- Unilever, Regno Unito
- Capita, Regno Unito
- Coca-Cola, Stati Unit
- Td Bank Group, Canada
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Criteri di valutazione
Le partecipanti a questo studio sono state sottoposte a domande chiave, tra cui la raccomandazione del datore di lavoro a parenti o amiche e la valutazione delle pratiche generali dell’ambiente di lavoro, inclusi aspetti specifici di genere. Si sono esaminate le politiche di equità retributiva e la gestione di casi di discriminazione, oltre a considerare se uomini e donne godono delle stesse opportunità di crescita. Inoltre, le donne sono state invitate a valutare altre aziende all’interno dello stesso settore e a valutare l’impegno delle organizzazioni per l’uguaglianza di genere attraverso campagne di marketing e iniziative non profit.
Uno dei criteri di valutazione è stato la percentuale di donne in posizioni di leadership.
Al vertice della classifica spicca Maif, un gruppo assicurativo francese fondato nel 1934. Seguono The Estée Lauder Companies, specializzata in prodotti per la cura della pelle, capelli, trucchi e profumi. Al terzo posto c’è Sap, azienda tecnologica tedesca operante nel software, applicazioni cloud e servizi correlati. Clorox, un’azienda americana fondata nel 1913, occupa il quarto posto, mentre la catena alberghiera Marriott International chiude la top five.
Quali sono le aziende italiane nella classifica?
L’Italia è rappresentata da quattro aziende, con Generali, la più grande compagnia assicurativa italiana, al 22esimo posto. Segue Enel al 114esimo posto, mentre Ferrero e Eni si posizionano rispettivamente al 275esimo e al 293esimo posto.
L’Italia, con solo quattro aziende nella classifica, potrebbe apparire in ritardo rispetto ad altri Paesi europei. Francia e Germania, ad esempio, vantano sette aziende ciascuna nelle prime 43 posizioni. Ciò solleva la questione dell’impegno complessivo delle imprese italiane nell’ambito della diversità di genere e della promozione dell’uguaglianza sul luogo di lavoro.
La classifica Forbes, dunque, non solo riconosce le aziende che si distinguono per l’uguaglianza di genere, ma solleva anche importanti questioni sulla diversità e l’inclusione nelle organizzazioni a livello globale. L’analisi dei dati e delle pratiche delle aziende può fungere da guida per migliorare le politiche aziendali e promuovere un ambiente di lavoro più equo per tutti.
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