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Si dice architetta o architetto?

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Negli ultimi decenni, sempre più donne hanno intrapreso la professione di architetto. Tuttavia il termine “architetto” viene utilizzato per riferirsi sia agli uomini che alle donne. In questo articolo esploreremo il dibattito sull’utilizzo del termine “architetta” e la sua importanza nella promozione della parità di genere nella professione.

Si dice architetta o architetto?

L’utilizzo del termine “architetta” è stato per tanto tempo oggetto di dibattito nella comunità degli architetti. Molti sostengono che il termine sia discriminatorio e che “architetto” dovrebbe essere utilizzato in modo indifferente per entrambi i sessi, maschile e femminile.

Tuttavia, altri sostengono, invece, che l’utilizzo del termine “architetta” sia importante per la promozione della parità di genere nella professione. Il termine evidenzia, infatti, la presenza delle donne nel settore e riconosce la loro importanza ed il loro contributo nel campo dell’architettura.

Via libera dell’Ordine degli Architetti sull’utilizzo del timbro declinato al femminile

Architetta, paesaggista, pianificatrice territoriale: le donne professioniste che sono ufficialmente iscritte all’Ordine degli architetti possono oggi utilizzare la nuova timbratura di genere su documenti e atti ufficiali. A dare il via libera all’iniziativa, è stato il consiglio dell’Ordine degli Architetti.

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La presenza delle donne nella professione

Negli ultimi anni, la presenza delle donne nella professione è aumentata in modo significativo. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica, nel 2020 le donne rappresentavano il 41% degli architetti in Italia. Tuttavia, la rappresentazione femminile diminuisce in modo notevole all’aumentare della scala della professione: solo il 25% dei partner e il 16% dei soci delle grandi aziende di architettura sono donne.

Le barriere alla parità di genere

Nonostante i progressi fatti, ci sono ancora molte barriere che impediscono alle donne di raggiungere la parità di genere nella professione. Uno dei principali ostacoli è la cultura maschilista ancora presente in molti studi di architettura.

Inoltre, le donne incontrano spesso difficoltà nel conciliare la vita professionale e quella familiare, a causa di orari di lavoro lunghi e poco flessibili e a causa della mancanza di politiche di supporto per la cura dei figli.

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La promozione della parità di genere nella professione

Per promuovere la parità di genere nella professione, sono necessarie azioni concrete da parte degli studi di architettura e delle istituzioni. Tra queste azioni, possiamo includere:

  • la promozione di politiche di parità di genere all’interno degli studi di architettura.
  • La promozione di politiche di conciliazione vita-lavoro, come orari di lavoro flessibili e permessi per la cura dei figli.
  • La promozione di modelli di successo femminili nella professione, attraverso la pubblicazione di studi di caso e la partecipazione a conferenze e incontri di settore.
  • L’utilizzo del termine “architetta” per promuovere la presenza delle donne nella professione e riconoscere il loro contributo al campo dell’architettura.
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In conclusione, è importante riconoscere la presenza delle donne nella professione e promuovere la parità di genere attraverso azioni concrete. La parità di genere nella professione non solo è giusta e necessaria, ma porta anche ad una maggiore diversità di prospettive e alla creazione di spazi più inclusivi e accessibili a tutti.

Utilizzare il termine “architetta” è solo un piccolo passo verso la promozione della parità di genere nella professione, ma è un passo importante per riconoscere il ruolo e il contributo delle donne nell’architettura. Si continuerà, dunque, a lavorare per promuovere la parità di genere nella professione e creare un futuro più inclusivo per tutti.

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