Linguaggio dei segni

Il linguaggio dei segni è universale?

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Il linguaggio dei segni è un mezzo attraverso il quale le comunità di persone sordo mute si mettono in comunicazione con gli altri.. Attraverso un sistema ricco di segni delle mani, espressioni facciali e movimenti corporei, queste lingue incarnano una forma di comunicazione che va oltre il semplice linguaggio parlato.

Il Linguaggio dei Segni è Universale?

La scienza moderna offre una prospettiva interessante sulla natura del linguaggio dei segni.

Lo studio di diverse tecniche di neuroimaging e una recente meta-analisi, hanno rivelato che il linguaggio dei segni viene elaborato nelle reti cerebrali che si sovrappongono all’elaborazione del linguaggio parlato. Non sono gesti casuali, ma segni precisi e codificati che assumono un significato specifico, tanto quanto le parole in una lingua parlata.

Il mondo è punteggiato da diverse lingue dei segni, ciascuna un riflesso unico della cultura e della comunità a cui appartiene. Dall’Italia agli Stati Uniti, dal Regno Unito alla Francia, da Nicaragua a Nuova Zelanda, le lingue dei segni possono variare.

In Italia, ad esempio, abbiamo la Lingua dei Segni Italiana (LIS), negli Stati Uniti l’American Sign Language (ASL), e così via. Proposte di lingue internazionali, come il Signuno basato sull’esperanto, mostrano il desiderio di unire le comunità di persone sordo mute in un dialogo globale.

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Lingue che Si Perdono nel Tempo: Lingue dei Segni Estinte

Purtroppo, alcune lingue dei segni sono scomparse nel vortice del tempo senza lasciare alcuna traccia documentaria.

Il linguaggio dei segni di Martha’s Vineyard e altre, sono ora solo frammenti di una storia silenziosa. La mancanza di documentazione rende difficile recuperare e preservare queste testimonianze di espressione umana.

Sapevi Martha’s Vineyard è conosciuta come “l’isola dei sordi”?

Martha’s Vineyard è nota per un fenomeno sorprendente che ha caratterizzato la sua popolazione nel corso dell’Ottocento. Circa lo 0,7% degli abitanti dell’isola durante quel periodo era affetto da sordità, una percentuale che superava di circa 20 volte la media nazionale dell’epoca. Questo misterioso enigma rimase inspiegabile per molto tempo, ma alla fine fu svelato grazie alle scoperte delle leggi di Mendel alla fine del XIX secolo.

L’origine di questa elevata incidenza di sordità risiedeva in un allele recessivo di un gene legato all’udito. L’effetto del fondatore giocò un ruolo chiave: Martha’s Vineyard fu colonizzata da poche famiglie, i cui membri, per via dei matrimoni tra di loro, diedero origine a una popolazione con una prevalenza insolita dell’allele recessivo.

La consuetudine dei protestanti di contrarre matrimoni tra consanguinei contribuì ulteriormente all’aumento significativo della popolazione sorda. L’isolamento geografico dell’isola, con collegamenti difficili con la madrepatria a causa delle avverse condizioni del mare, contribuì a mantenere la patologia radicata nella comunità.

La sordità non fu considerata un handicap a Martha’s Vineyard

Molti abitanti conoscevano la Lingua dei Segni di Martha’s Vineyard, un dialetto della Lingua dei Segni Americana, sviluppatosi proprio sull’isola. Questo linguaggio veniva utilizzato quotidianamente sia tra i sordi che tra le persone udenti, facilitando la comunicazione e consentendo ai sordi di condurre una vita regolare, lavorare, sposarsi e avere figli.

Quando le leggi di Mendel furono scoperte alla fine dell’Ottocento, la comunità scientifica finalmente poté spiegare la diffusione della sordità e suggerire una soluzione. Se le leggi di Mendel fossero state applicate, bastava favorire nuovi flussi migratori verso l’isola. Questo avrebbe permesso l’ingresso di individui che, unendosi agli abitanti locali, avrebbero generato bambini non affetti dalla sordità ereditaria. Già a metà del Novecento, grazie a tali interventi, la percentuale di popolazione sorda a Martha’s Vineyard si avvicinò alla media nazionale, segnando la fine di un capitolo unico nella storia dell’isola.

Radici Storiche: Dall’Abbé de L’Épée a Gallaudet

La storia del linguaggio dei segni risale all’antichità, ma fu l’educatore Abbé de L’Épée, nella seconda metà del 1700, a sistematizzare la lingua dei segni per insegnare ai suoi studenti sordi. Questa tradizione è stata portata negli Stati Uniti da Thomas Hopkins Gallaudet, che ha fondato la prima università per sordi. Le lingue dei segni, pur affrontando sfide e repressioni nel corso della storia, hanno resistito e prosperato grazie ad individui visionari come questi.

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La Lingua dei Segni Italiana

La Lingua dei Segni Italiana (LIS) è più di una forma di comunicazione; è una lingua completa, riflettente l’identità e l’espressione della comunità dei sordi italiani. La struttura e la sintassi della LIS si distinguono spesso dall’italiano, ma sorprendentemente condividono similitudini con altre lingue orali. Contrariamente alle lingue parlate, i verbi in LIS non si coniugano temporalmente ma devono concordare sia con il soggetto che con l’oggetto dell’azione, seguendo una logica simile al basco.

Una Grammatica Unica

La ricchezza delle lingue dei segni emerge nella loro struttura grammaticale. La concordanza di verbi, aggettivi e nomi nelle lingue dei segni non si basa sul genere, come avviene in italiano, ma sulla posizione nello spazio in cui viene eseguito il segno.

Le lingue dei segni presentano forme pronominali numeriche, indicando “noi due, voi due” o “noi cinque, voi quattro, loro tre”, un concetto derivato dal duale del greco antico. Distinzioni come il plurale “normale” e il plurale distributivo, sconosciute alle lingue europee ma note in quelle oceaniche, evidenziano la diversità e la flessibilità delle lingue dei segni.

Espressione Visiva: Sintassi Non Verbale

La lingua dei segni si compone di quattro componenti manuali essenziali: movimento, orientamento, configurazione e luogo.

A queste si aggiungono tre componenti non manuali: espressione facciale, postura e componenti orali, queste ultime occasionalmente rappresentate da labializzazione, ma considerate in larga parte come aspetti secondari.

Questo insieme di elementi contribuisce a creare una sintassi visiva, dove il tono della voce è sostituito dall’espressione del viso.

The Tribe (Plemya), il primo film nella storia del cinema girato interamente in lingua dei segni

Il linguaggio dei segni ha fatto la sua comparsa nella cultura di massa, come dimostra il film “The Tribe (Plemya)”, il primo film nella storia del cinema girato interamente in lingua dei segni ucraina. Questo segna un passo importante verso l’inclusione e la rappresentazione autentica delle lingue dei segni nel mondo dell’arte cinematografica.


Nonostante le vittorie e le conquiste, le lingue dei segni affrontano ancora delle criticità. La diffusione dell’oralismo e la repressione della lingua dei segni in ambito educativo sono ostacoli da superare. Tuttavia, con il riconoscimento delle lingue dei segni da parte dell’ONU e il crescente interesse scientifico, il futuro delle lingue dei segni si prospetta luminoso. Un mondo che abbraccia la diversità linguistica è un mondo in cui ogni voce, anche se espressa con le mani, trova il suo posto.

Il linguaggio dei segni è un ponte di comunicazione che connette le persone al di là delle parole. Attraverso la sua storia ricca e la sua varietà globale, il linguaggio dei segni emerge come un’arte, una scienza e, soprattutto, un mezzo autentico di espressione umana.

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