Nel vasto panorama delle domande poste riguardo al Giappone, un quesito ricorrente emerge in modo pressante: “Come sono le donne giapponesi?“. Davvero affascinante è il modo in cui le donne del Sol Levante incarnano l’innata femminilità e il loro modo di essere donne, andando oltre il mero aspetto estetico.
L’Evoluzione del Ruolo Femminile in Giappone
Il percorso dell’evoluzione del ruolo femminile in Giappone rappresenta un affascinante intreccio di tradizione e modernità. Nel corso dei secoli, le donne hanno attraversato una trasformazione sociale significativa, passando da una posizione centrale nella società matriarcale ad affrontare marginalizzazione e sacrifici durante un lungo periodo storico. Tuttavia, il vento del cambiamento ha iniziato a soffiare con maggior forza nelle ultime decadi, portando con sé una serie di trasformazioni che hanno inciso profondamente sulla condizione femminile.
Nel Giappone antico, le donne rivestivano ruoli di grande importanza, partecipando attivamente agli affari di famiglia e persino occupando posizioni di potere nella società. Tuttavia, nel corso dei secoli, questo equilibrio si è sgretolato, relegando le donne a uno spazio sempre più marginale. La loro vita si è spesso intrecciata con sacrifici silenziosi, dietro le quinte, in un contesto sociale dominato da uomini. Questa situazione ha persistito per secoli, ma il seme del cambiamento è stato piantato.
Con l’avvento della modernizzazione in Giappone, la situazione femminile ha cominciato a mutare. Diritti fondamentali, precedentemente negati o limitati, hanno cominciato ad essere riconosciuti. L’educazione, ad esempio, è diventata accessibile alle donne, aprendo nuove possibilità di carriera e autodeterminazione. Questa trasformazione ha avuto un impatto profondo sulla percezione della donna nella società giapponese.
Tuttavia, nonostante i progressi, alcune sfide persistono. La società giapponese, pur modernizzandosi rapidamente, conserva ancora tracce di una mentalità tradizionale che limita il pieno raggiungimento dell’uguaglianza di genere. Le donne giapponesi possono ancora sperimentare discriminazioni sul luogo di lavoro e sono spesso sottoposte a pressioni culturali rigide che definiscono stereotipi di comportamento femminile.
È interessante notare che questo dualismo tra tradizione e modernità ha un impatto significativo sulle relazioni interpersonali. Mentre alcune donne giapponesi cercano una vita più autonoma e libera, altre possono sentirsi ancorate a ruoli tradizionali e alle aspettative sociali. Questa diversità di prospettive aggiunge una certa complessità al tessuto sociale, creando un’interessante intersezione tra il passato e il presente.
Il Giappone tiene indietro le donne?
Nell’analisi del mondo del lavoro giapponese, emerge un quadro apparentemente positivo in termini di integrazione delle donne. L’ideale dicotomico del lavoro riproduttivo come unico territorio femminile e del lavoro produttivo come esclusiva maschile sembra dissolversi, con le donne sempre più coinvolte attivamente nel mercato.
Nel primo trimestre del 2020, il numero di donne attive in Giappone tra i 15 e i 64 anni ha toccato la cifra record di 28,2 milioni, con un tasso di partecipazione del 72,6% nel 2019, superiore alla media Ocse.
“Womenomics” nel più ampio contesto delle riforme dell'”Abenomics”
Questo incremento è stato fortemente sostenuto dal governo, che ha integrato la “womenomics” nel più ampio contesto delle riforme dell'”abenomics” proposte dall’ex premier Shinzō Abe a partire dal 2014. La “womenomics”, inserita nella “terza freccia” delle riforme strutturali, si proponeva di essere il pilastro della creazione di una società dove ogni donna potesse “brillare”.
La motivazione principale dietro questa spinta per l’integrazione femminile nel mercato del lavoro giapponese è stata la necessità di stimolare la crescita del Pil. Nel 2019, si prevedeva che portare il tasso di occupazione femminile allo stesso livello di quello maschile avrebbe generato una crescita del 10%, riflettendo un’approccio non tanto basato su principi di equità di genere, quanto su criteri di efficienza economica.
Le donne giapponesi continuano ad affrontare significative disparità
Tuttavia, nonostante le riforme annunciante, le donne giapponesi continuano ad affrontare significative disparità. Il differenziale salariale orario medio tra uomini e donne si attesta al 25%, il più alto tra i Paesi del G7 e il secondo più alto tra i Paesi Ocse. Un’analisi più approfondita rivela che il 56% delle donne giapponesi lavora part-time, con contratti atipici. Anche coloro che godono di un lavoro stabile, a tempo pieno e indeterminato, sembrano beneficiare solo superficialmente.
sōgōshoku e ippanshoku
La realtà del mercato del lavoro giapponese mostra un sistema a “doppia carriera“, dove uomini e donne sono inquadrate in percorsi differenti. Gli uomini sono spinti verso il “sōgōshoku”, un percorso che porta a posizioni manageriali ma richiede una dedizione estrema in termini di tempo e sviluppo di competenze. Al contrario, le donne spesso seguono l'”ippanshoku”, un percorso generalista che richiede meno dedizione e competenze ma non offre avanzamenti di carriera, formazione professionale a lungo termine e aumenti retributivi.
Nonostante la vigente normativa che vieta la discriminazione sul luogo di lavoro, le donne giapponesi sembrano ancora intrappolate in una visione stereotipata della femminilità e del ruolo femminile, diventando strumento politico per colmare le lacune nella forza lavoro senza un reale cambiamento strutturale.
Feminility è un magazine digitale, che ha l’obiettivo di educare la società a parlare di cosmo femminile in termini positivi. Di spiegare cos’è la femminilità, mettendo al centro le vite di donne straordinarie che hanno contribuito e contribuiscono a “rimodellare” il valore che si associa alle donne oggi.