La condizione delle donne in Italia ha subito dei cambiamenti radicali rispetto al passato.
I diritti delle donne in Italia sono tanti. Ciò grazie ai progressi fatti nel corso nella storia e alla maggiore partecipazione alla società e alla vita politica, seppure con limiti ancora molto evidenti.
La lotta femminile per arrivare a questi primi risultati è stata lunga, difficile e caratterizzata da secoli di ingiustizie, ostacoli e sacrifici. Tuttavia, nonostante i progressi fatti, l’Italia si classifica solo al 76° posto nel Global Gender Gap Index. Il rapporto pubblicato dal World Economic Forum, per valutare i progressi fatti verso la parità di genere nei settori della politica, dell’economia, dell’istruzione e della salute di 153 paesi.
Leggi che hanno cambiato il corso della storia
Solo verso la fine dell’Ottocento, le donne in Italia hanno cominciato a vedere riconosciuti alcuni dei basilari diritti umani: quello all’istruzione, ad esempio, è stato ottenuto nel 1874, quando alle donne fu consentito l’accesso ai licei e alle università.
Nel frattempo, nei luoghi in cui la concentrazione di donne era maggiore, come i campi e le fabbriche, iniziarono a nascere i primi movimenti di protesta per il miglioramento delle condizioni di lavoro, e si cominciò a diffondere la consapevolezza che la discriminazione di genere è un’ingiustizia. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, in Italia, le donne conquistano il diritto di voto (1946), il diritto a lavorare (1947), il diritto alla contraccezione (1967) e il diritto all’aborto (1978).
Diritti delle donne oggi
Oggi in Italia le donne godono di diritti civili e politici che le salvaguardano da discriminazioni e violenze, come:
- il divieto di discriminazione in base al genere,
- l’uguaglianza di trattamento tra uomini e donne,
- la tutela della maternità,
- la parità di accesso alle cariche pubbliche,
- la libera scelta di impiego e professione,
- il diritto alla salute sessuale e riproduttiva,
- l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria e sociale,
- la protezione dalle violenze domestiche,
- il diritto a una giustizia penale efficace.
Tuttavia, nonostante l’impegno delle istituzioni e delle organizzazioni femminili, in Italia persistono ancora molte disuguaglianze di genere, come:
- il divario salariale tra uomini e donne,
- la scarsa presenza femminile nei posti di comando e nelle carriere professionali,
- la violenza di genere,
- la discriminazione sul lavoro.
- la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia.
Il divario salariale tra uomini e donne
Il divario salariale tra uomini e donne in Italia è ancora molto elevato. Secondo i dati dell’Istat, nel 2020 le donne guadagnavano in media il 18,1% in meno degli uomini, con punte ancora più elevate in alcuni settori, come quello manageriale. Inoltre, il tasso di occupazione femminile in Italia è ancora molto basso rispetto ad altri Paesi Europei, con una percentuale del 47,7% nel 2020, rispetto al 63,5% degli uomini.
Basti pensare che la presenza femminile nei posti di comando e nelle carriere professionali è ancora molto limitata, soprattutto nelle grandi aziende e nelle istituzioni pubbliche. Secondo i dati dell’Unione europea, solo il 34,6% dei membri dei consigli di amministrazione delle grandi aziende italiane sono donne, una percentuale molto inferiore alla media europea del 43,8%.
A che punto siamo con la violenza di genere?
La violenza di genere è un problema molto grave in Italia. Nel 2020, secondo i dati del Ministero dell’Interno, sono stati denunciati oltre 76.000 reati di violenza contro le donne, con un aumento del 9,4% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, si stima che solo una piccola percentuale di queste violenze venga denunciata alle autorità.
In più, la discriminazione sul lavoro e la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia sono ancora un ostacolo per tante donne. Molte, infatti, sono costrette ad abbandonare il lavoro per prendersi cura dei figli o degli anziani, e spesso si trovano in situazioni di precarietà e di bassa remunerazione.
Come promuovere l’emancipazione delle donne?
Oggi è di estrema importanza promuovere una cultura del rispetto e dell’uguaglianza di genere, attraverso campagne di sensibilizzazione e di educazione alla parità. Queste iniziative possono essere promosse dalle istituzioni, dalle organizzazioni femminili, dalle aziende e dalla società civile in generale.
Anche nel mondo del lavoro, è importante promuovere politiche di pari opportunità e di uguaglianza di trattamento tra uomini e donne, ad esempio attraverso l’adozione di quote rosa e di misure di conciliazione tra vita privata e lavoro.
Inoltre, è necessario potenziare i servizi di assistenza alle vittime, migliorare la formazione delle forze dell’ordine e della magistratura, e promuovere una cultura del rispetto e della non violenza.
Così, nonostante i progressi fatti, le donne in Italia devono ancora lottare per raggiungere la piena parità di diritti e di opportunità. La lotta contro la discriminazione di genere deve essere un impegno di tutta la società, delle istituzioni e delle organizzazioni femminili. Solo in questo modo è possibile costruire un futuro più giusto e più equo per tutti.