La realtà delle famiglie allargate è sempre più diffusa, ma gestire questa situazione non è sempre semplice. Come conciliare gli interessi di tutti, con particolare attenzione ai figli?
In passato, la famiglia era rigidamente “tradizionale”, composta da marito, moglie e figli, e le seconde nozze erano un’opzione da considerare solo dopo la vedovanza. Tuttavia, l’evoluzione delle leggi sul divorzio ha consentito a coniugi in difficoltà di rifarsi una vita con nuovi partner, mantenendo l’attenzione sui figli nati da unioni precedenti.
Famiglia allargata: dati Istat
Le famiglie allargate, costituite dai nuovi compagni e dai rispettivi figli, sono sempre più comuni. Secondo i dati Istat, rappresentano circa il 28% delle famiglie in Italia nel 2009 rispetto al 16,9% nel 1998, e attualmente contano circa mezzo milione di unità familiari.
Tra queste, il 37,9% è formato da una coppia che convive con i figli di entrambi i partner, il 12,9% da nuovi partner che vivono con figli nati da relazioni diverse, l’8,6% da uomini che convivono con i figli della donna, e l’1,5% da donne che vivono con i figli dell’uomo.
Nonostante questa realtà sia diventata comune, le famiglie allargate non sempre godono di favore, a causa di pregiudizi antiquati che considerano la famiglia come un’entità unica.
Talvolta, l’idea di famiglia allargata viene confusa erroneamente con la bigamia. È fondamentale rispettare la legge in materia di separazioni e divorzio prima di ufficializzare una nuova relazione con un partner, anche attraverso la celebrazione di un matrimonio.
Cosa vuol dire “Famiglia allargata”?
Il concetto di famiglia allargata si applica quando ci si trova di fronte ad una situazione in cui una nuova unità familiare si forma a seguito della rottura di una precedente relazione, solitamente accompagnata dalla presenza di figli.
In questo contesto, i figli potrebbero condividere la stessa dimora con i cosiddetti fratellastri o sorellastre, ossia i figli del nuovo partner del genitore, oppure con i figli nati dalla nuova relazione del genitore. Il termine “fratellastro” o “sorellastra”, benché talvolta associato a esempi negativi come nelle fiabe, è utilizzato per indicare la relazione fraterna tra individui che non condividono il medesimo legame di sangue, o lo condividono solo parzialmente attraverso un genitore comune.
Famiglia ricostituita e famiglia estesa
La famiglia ricostituita coinvolge due coniugi che hanno avuto esperienze matrimoniali precedenti. Risulta essere il modello di famiglia allargata più complesso da gestire, non solo dal punto di vista legale, ma anche dal punto di vista psicologico ed educativo.
Dal punto di vista legale, il genitore esercita diritti e doveri sul figlio naturale, salvo eccezioni come casi di violenza domestica o controversie di difficile risoluzione. Le sfide psicologiche, soprattutto per i figli, sono evidenti, specialmente in età critica come l’adolescenza, quando accettare nuovi membri, comprendere nuove dinamiche familiari e affrontare la coesistenza con nuovi fratelli o sorelle può essere complicato.
A differenza della famiglia ricostituita, la famiglia estesa coinvolge tutti i membri di almeno una generazione che vivono sotto lo stesso tetto. Questo modello comprende nonni, zii, cugini e nipoti che condividono gestione della casa, spese, questioni quotidiane.
E i figli?
In un contesto ancora più moderno, esistono famiglie allargate in cui gli ex partner continuano a frequentarsi come amici, inclusi i rispettivi nuovi compagni. Le famiglie ricostituite devono affrontare la sfida di trovare compromessi per gestire nuove situazioni, particolarmente importanti per i figli. È essenziale che il processo di elaborazione delle precedenti relazioni sia completo per evitare tensioni che possano danneggiare il benessere dei figli.
Durante l’infanzia, i bambini potrebbero manifestare comportamenti regressivi, mentre negli adolescenti potrebbe emergere la rabbia verso il genitore acquisito. Le gelosie tra fratelli acquisiti o con l’arrivo di nuovi membri sono situazioni non rare. La formazione di una nuova famiglia richiede tempo, con il rispetto dei ritmi di ogni componente e l’attenzione alla stabilità nelle regole educative di entrambe le case, specialmente per i bambini più piccoli. Nel tempo, la famiglia ricostituita dovrebbe sviluppare una propria identità, con equilibri e abitudini distintive.
Gestione dei rapporti in una famiglia allargata
Nonostante non esista una formula universale per garantire il successo di una famiglia ricostituita, evitare alcuni errori può contribuire a facilitare l’adattamento a questa nuova realtà.
In primo luogo, è cruciale mantenere aperto il dialogo, garantendo a ogni figlio il proprio spazio e la propria privacy. Specialmente nei primi periodi, la coppia dovrebbe concentrarsi maggiormente sui figli, temporaneamente tralasciando la propria dimensione a due, cercando di far comprendere loro che difficoltà e ombre possono essere presenti in qualsiasi tipo di famiglia, anche nelle tradizionali.
È essenziale considerare che ogni figlio reagisce in modo diverso alla nuova situazione, pertanto è importante rassicurare ciascuno di loro per evitare sentimenti di esclusione, particolarmente comuni dopo una separazione. L’introduzione di un nuovo partner non dovrebbe essere imposta; è fondamentale preparare i figli alla sua presenza, accettando la possibilità di una loro iniziale resistenza. Il tempo è un elemento fisiologicamente necessario per elaborare la fine del matrimonio dei genitori e l’arrivo di un nuovo compagno.
Obblighi e diritti nei contesti delle famiglie allargate: cosa dice la legge?
La legge e i diritti nelle famiglie allargate sono regolamentati da normative specifiche, come evidenziato dall’articolo 433 del Codice Civile, che stabilisce chi è obbligato a prestare gli alimenti. Secondo questa disposizione, l’obbligo ricade sul coniuge, i figli legittimi, naturali o adottivi, e, in mancanza di questi, sugli altri discendenti prossimi, tra cui l’adottante nei confronti del figlio adottivo, i genitori, gli ascendenti prossimi, i generi e le nuore, il suocero e la suocera, i fratelli.
È importante sottolineare che, per legge, il “genitore acquisito” non conferisce automaticamente diritti al figlio del partner, a meno che non avvenga l’adozione legale secondo le modalità stabilite dal Codice Civile, specificamente dall’articolo 252. In assenza di adozione legale, il figlio del partner non gode di diritti legali nei confronti del genitore acquisito.
Rimangono in vigore anche le disposizioni relative ai nonni e ai loro diritti e doveri. L’articolo 317 bis del Codice Civile sancisce il diritto degli ascendenti di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni, con la possibilità di ricorrere al giudice nel caso in cui questi diritti vengano impediti.
L’articolo 316 bis, invece, stabilisce che se i genitori non hanno mezzi sufficienti per mantenere i figli, gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire i mezzi necessari affinché i genitori possano adempiere ai loro doveri.
In questo modo, la legge fornisce un quadro normativo che stabilisce chiaramente gli obblighi e i diritti nei contesti delle famiglie allargate, assicurando un trattamento equo e la tutela degli interessi dei minori coinvolti.