Nonostante il lavoro domestico rimanga su larga scala a carico delle donne, in Italia e nel mondo, bisogna sottolineare che la componente maschile riveste un ruolo ormai non più marginale. La loro presenza indica una partecipazione significativa degli uomini in un settore storicamente dominato dalle donne.
Lavoro domestico maschile: una prospettiva complementare rispetto a quella femminile
Gli uomini impiegati nelle famiglie italiane presentano una distribuzione demografica mediamente più giovane rispetto alle loro controparti femminili e sono principalmente coinvolti nella gestione delle attività domestiche. Questo sottolinea la diversità di ruoli e responsabilità che i lavoratori domestici maschili assumono, apportando una prospettiva unica e complementare rispetto a quella femminile.
È importante tenere presente questa componente maschile nel discorso sui colf e badanti, riconoscendo le loro peculiarità e contributi distinti. La consapevolezza di questa diversità di genere nel contesto del lavoro domestico è essenziale per promuovere una visione più equa di questa occupazione, superando gli stereotipi di genere radicati nel passato.
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Lavoro domestico maschile: il Rapporto ILO 2021
Il lavoro domestico maschile rappresenta una realtà spesso sconosciuta, poiché l’immaginario collettivo tende a associare questa attività principalmente alle donne. Tuttavia, i dati del Rapporto ILO del 2021 sottolineano l’importanza significativa dei lavoratori domestici di sesso maschile. Questi dati, basati sulle statistiche del 2019, evidenziano che a livello globale ci sono circa 18 milioni di lavoratori domestici maschi che rappresentano quasi un quarto di tutti i lavoratori domestici.
È interessante notare che la componente maschile del lavoro domestico raggiunge livelli significativi in specifiche regioni del mondo. In particolare, in Africa, la percentuale di lavoratori domestici maschi è del 31,6%, mentre nei Paesi arabi raggiunge addirittura il 63,4%. Questi dati sottolineano la diversità di genere presente in questa occupazione e la necessità di superare gli stereotipi di genere associati al lavoro domestico.
Il Rapporto ILO del 2021 è stato pubblicato in occasione del decennale della Convenzione 189/2011, che si occupa della promozione del lavoro dignitoso per i lavoratori domestici. Questo sottolinea l’importanza di riconoscere e proteggere i diritti dei lavoratori domestici, indipendentemente dal loro genere. La consapevolezza di questa realtà può contribuire a promuovere una visione più inclusiva del lavoro domestico.
L’analisi dei dati INPS
Un’analisi dei dati INPS, dell’anno 2019, sull’occupazione domestica maschile in Italia ha rilevato un’interessante evoluzione nel corso degli ultimi anni. Esaminando l’andamento dei dati assoluti, emerge che il numero di lavoratori domestici di genere maschile ha raggiunto il picco massimo nel 2012, con 192 mila unità, per poi subire una diminuzione nell’anno successivo. Nel periodo compreso tra il 2016 e il 2018, il numero si è stabilizzato poco oltre le 100 mila unità.
Tra i lavoratori domestici di genere maschile, la professione di Colf è più diffusa rispetto a quella di Badante, sebbene nel corso del tempo si sia ridotto il divario tra le due categorie. Nel 2010, più dell’80% dei lavoratori domestici maschili svolgeva la mansione di Colf, mentre dal 2018 questa percentuale è scesa al di sotto del 70%. In termini percentuali rispetto al totale dei lavoratori domestici in Italia, la componente maschile rappresenta l’11,3%. Tale incidenza aveva raggiunto il suo apice nel 2012, con un 18,9%, ma è successivamente diminuita di oltre 5 punti percentuali negli anni successivi.
L’analisi dell’Osservatorio DOMINA: la distribuzione per classe d’età
Un aspetto rilevante da considerare è la distribuzione per classe d’età nei lavoratori domestici di genere maschile, secondo i dati INPS elaborati dall’Osservatorio DOMINA. Questi dati evidenziano una distribuzione più marcata nelle classi d’età più giovani rispetto alle lavoratrici domestiche.
Circa un terzo degli uomini impiegati in questo settore ha meno di 40 anni, in netto contrasto con le donne, dove questa componente non raggiunge neppure il 20%. Al contrario, tra le donne, più della metà ha superato i 50 anni, mentre tra gli uomini la percentuale degli over 50 si attesta al di sotto del 40%.
Questi dati riflettono una dinamica interessante, suggerendo una maggiore presenza di uomini nelle fasce d’età più giovani nel campo del lavoro domestico. Tale andamento potrebbe indicare una diversa distribuzione demografica tra i lavoratori e le lavoratrici domestici.
L’analisi dell’Osservatorio DOMINA: i dati a livello regionale
Esaminando i dati a livello regionale, emerge che quasi il 40% di tutti i lavoratori domestici di sesso maschile si concentra principalmente in Lombardia e Lazio. A livello nazionale dove la percentuale maschile è mediamente dell’11,3%, si osserva un significativo aumento in Sicilia, dove questa incidenza raggiunge il 24,1%, rappresentando così un quarto di tutti i lavoratori domestici totali. Inoltre, si registra un superamento del 16% in Calabria e Campania.
È interessante notare che in quasi tutte le Regioni, gli uomini sono principalmente impiegati come Colf. Tuttavia, emergono delle eccezioni in Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise, dove gli uomini svolgono prevalentemente mansioni di cura alla persona. Questo fenomeno, in controtendenza rispetto al resto del Paese, suggerisce una varietà di ruoli e mansioni che i lavoratori domestici maschili assumono a livello regionale, evidenziando la diversità delle dinamiche occupazionali nel settore del lavoro domestico.
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