Eroine mitologia greca - Pandora

Eroine nella mitologia greca: donne con caratteristiche straordinarie e coraggio eccezionale

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Le eroine nella mitologia greca sono figure femminili, spesso dotate di caratteristiche straordinarie o di coraggio eccezionale, che giocano ruoli significativi in varie storie mitologiche. Queste donne possono essere sia umane che divine e sono spesso protagoniste di avventure, sfide e tragedie. Le loro storie contribuiscono a plasmare il panorama mitologico greco e offrono un’ampia gamma di archetipi femminili, con diverse virtù ma anche imperfezioni.

Eroine nella mitologia greca: le figure più iconiche


Pandora

Il mito di Pandora è una storia della mitologia greca che illustra l’origine della sofferenza e dei mali nel mondo. La vicenda inizia con il furto del fuoco da parte di Prometeo per dare agli uomini il dono della vita e della conoscenza. Zeus, il re degli dei, punisce Prometeo incatenandolo al Caucaso e inviando un dono ingannevole agli uomini.

Zeus ordina ad Efesto di creare Pandora, la prima donna, e ad ogni dio viene chiesto di donarle qualcosa di divino. Ermes, il messaggero degli dei, la conduce da Epimeteo, fratello di Prometeo. Nonostante l’avvertimento di Prometeo di non accettare doni dagli dei, Epimeteo si innamora di Pandora, la sposa e da lei ha una figlia.

Pandora porta con sé un vaso (o urna) donatole da Zeus, con l’ordine di non aprirlo mai. Tuttavia, spinta dalla curiosità, Pandora disobbedisce e apre il vaso. Da esso fuoriescono tutti i mali, tra cui vecchiaia, gelosia, malattia, dolore, pazzia e vizio, che si riversano nel mondo. Solo la speranza rimane nel vaso, ma non riesce ad uscire prima che Pandora lo richiuda.

Penelope

Penelope, figura iconica della mitologia greca, è la figlia di Icario e Policaste, nonché la moglie di Ulisse e regina di Itaca. La sua storia inizia con un mito legato alla sua nascita, quando fu gettata in mare dal padre e salvata da anatre che la portarono sulla spiaggia. Il nome “Penelope” deriva proprio da questo episodio, poiché significa “anatra” in greco.

Il suo destino è strettamente legato al ritorno di Ulisse dalla guerra di Troia. Mentre attende il suo ritorno, Penelope cresce da sola il figlio Telemaco e affronta i Proci, nobili pretendenti che cercano di convincerla a sposarne uno. Utilizzando l’astuzia, Penelope tesse un sudario per Laerte di giorno e lo disfa di notte, ritardando così la scelta di un nuovo marito. Tuttavia, il suo inganno viene scoperto da un’ancella traditrice, abbreviando il suo stratagemma.

L’attesa di Penelope dura vent’anni, ma alla fine Ulisse torna ad Itaca. Uccide i Proci e si ricongiunge con la moglie. La loro riconciliazione è celebrata nel ritorno di Ulisse, che la rende nuovamente madre di due figli, Poliporte e Arcesilao.

Penelope simboleggia la fedeltà coniugale femminile. La sua astuzia e prudenza, evidenti nel suo stratagemma con i Proci la rendono una compagna degna dell’eroe prediletto da Atena. La sua posizione di potere durante l’assenza di Ulisse riflette tracce di un antico matriarcato presente nella civiltà minoica.

Penelope
Penelope

Aracne

Aracne è una figura mitologica la cui storia è narrata nel sesto libro delle Metamorfosi di Ovidio, sebbene sia menzionata precedentemente nelle Georgiche di Virgilio e abbia origini greche. Residente a Colofone nella Lidia, era figlia del tintore Idmone e sorella di Falance. La sua abilità straordinaria nel tessere portò alla voce che avesse appreso quest’arte direttamente da Atena. Tuttavia Aracne affermò di essere più esperta della dea e la sfidò ad un duello di tessitura.

In risposta, un’anziana signora avvisò Aracne di ritirare la sfida per evitare l’ira della dea. Di fronte alla risposta sprezzante di Aracne, la vecchia rivelò la sua vera identità come Atena stessa, e la sfida ebbe inizio. Aracne scelse come tema della sua tessitura gli amori degli dei e le loro colpe, rappresentandoli con un sarcasmo così perfetto che Atena, sebbene offesa, ne riconobbe il talento. Tuttavia, la dea, furiosa per la presunzione di Aracne, distrusse la sua opera e la colpì con la sua spola.

Aracne, disperata per la sua sconfitta, cercò di porre fine alla sua vita impiccandosi. Ma Atena, invece di permetterle di morire, la trasformò in un ragno. Condannata a filare e tessere per l’eternità, Aracne fu punita per la sua arroganza nell’aver osato sfidare la dea.

Arianna

Arianna, figura iconica della mitologia greca, è principalmente conosciuta per il suo legame con l’eroe ateniese Teseo e il mito del Minotauro. Principessa di Creta e sposa di Dioniso, il suo racconto è avvolto da diverse versioni che ne delineano il destino travagliato.

Secondo una delle narrazioni, Arianna si innamorò di Teseo quando quest’ultimo arrivò a Creta con l’ardua missione di sconfiggere il Minotauro nel labirinto. In un gesto di amore e aiuto, Arianna fornì a Teseo un gomitolo di lana, il celebre “filo d’Arianna”, affinché potesse segnare il percorso nel labirinto e trovare la via d’uscita. Una volta completata la missione, Teseo, senza spiegazioni, abbandonò Arianna sull’isola di Nasso.

Arianna
Arianna

Medea

Medea, figura tanto celebre quanto controversa nella mitologia greca, è la figlia di Eete, re della Colchide e di Idia. In una variante del mito, riportata da Diodoro Siculo, la sua genealogia la collega al Sole, Elio, attraverso una complicata discendenza che la rende nipote di Elio e della maga Circe. Medea è nota per i suoi poteri magici che la elevano ad uno status quasi divino.

Il suo percorso nella mitologia si intreccia con la leggenda degli Argonauti, guidati da Giasone nella ricerca del Vello d’oro. Medea si innamora perdutamente di Giasone e, con l’obiettivo di aiutarlo a ottenere il Vello, compie atti estremi, tra cui l’omicidio del fratello. Imbarcandosi sulla nave Argo con Giasone, diventa sua sposa.

Il ritorno ad Iolco con il Vello d’Oro non porta però la promessa del trono, poiché lo zio di Giasone, Pelia, rifiuta di cedergli il potere. Medea, utilizzando le sue arti magiche, escogita un piano ingannevole per aiutare Giasone. Convince le figlie di Pelia a somministrare al padre una pozione magica che, secondo lei, lo avrebbe ringiovanito. In realtà, il risultato è la morte di Pelia in atroci sofferenze. Acasto, figlio di Pelia, seppellisce pietosamente i resti del padre e bandisce Medea e Giasone da Iolco. I due amanti trovano rifugio a Corinto, dove si sposano. La figura di Medea si distingue per la sua astuzia e poteri magici, ma anche per le azioni cruente compiute in nome dell’amore. La sua storia è intrisa di complessità morale e tragedia. Ciò contribuisce a rendere Medea uno dei personaggi più discussi e affascinanti della mitologia greca.

Medea
Medea

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