Sono sempre più numerose le donne che si dedicano al lavoro nei campi in Italia, tuttavia, la loro presenza spesso sfugge alla visibilità e agli studi approfonditi. Le condizioni di vita e di lavoro di una lavoratrice agricola sono caratterizzate da gravi forme di sfruttamento, in particolare per quelle più vulnerabili, come le lavoratrici migranti irregolari.
Vulnerabilità e Discriminazioni Intersezionali
Le lavoratrici agricole, specialmente le migranti irregolari, affrontano molteplici criticità legate alla loro condizione, tra cui discriminazioni razziali, di età, nazionalità, provenienza geografica, status di soggiorno, situazione familiare e reddituale. L’irregolarità del soggiorno, in particolare, le rende soggette a ricatti permanenti da parte dei datori di lavoro.
Mancanza di Dati ed Economia Informale

In Italia, il contesto delle lavoratrici agricole è ulteriormente complicato dalla cronica mancanza di dati sull’economia informale. Mentre le statistiche dell’INPS si concentrano sui rapporti “regolari”, l’ampia diffusione dell’occupazione informale impedisce una comprensione completa della realtà del lavoro nei campi.
Le rilevazioni dell’INPS riguardano principalmente le posizioni contrattualizzate e, di conseguenza, note all’amministrazione, anche se spesso irregolari dal punto di vista delle ore dichiarate. Tuttavia, questa prospettiva regolare non coglie l’ampio spettro di situazioni lavorative precarie e non contrattualizzate che caratterizzano molte lavoratrici agricole, in particolare quelle vulnerabili e migranti.
I dati del 2019 mostrano una tendenza in aumento dei lavoratori maschi e una diminuzione delle lavoratrici. Questo potrebbe, tuttavia, nascondere uno spostamento verso un’area di totale irregolarità per le lavoratrici agricole più vulnerabili. Studi locali indicano che la presenza delle donne braccianti potrebbe essere tre volte superiore rispetto ai dati ufficiali dell’INPS.
La dichiarazione di un numero di ore notevolmente inferiore a quello effettivamente lavorato è una pratica diffusa in agricoltura. Questo fenomeno si acuisce soprattutto nel caso delle lavoratrici straniere, con dichiarazioni spesso inferiori a 50 giornate lavorative all’anno. Questa sotto-dichiarazione comporta la privazione delle lavoratrici agricole di accesso alle indennità di disoccupazione, malattia, infortunio e maternità, peggiorando ulteriormente le loro già precarie condizioni di vita e di lavoro.
Questa cronica mancanza di dati riflette un vuoto informativo significativo, un terreno fertile per l’abuso e lo sfruttamento. Senza una comprensione accurata dell’estensione dell’economia informale nel settore agricolo, le politiche e gli interventi mirati rischiano di mancare il bersaglio, lasciando inascoltate le voci delle lavoratrici agricole invisibili che lottano per dignità e giustizia nei campi italiani. Affrontare questa mancanza di dati diventa, dunque, una priorità per rivelare la dimensione reale delle sfide che queste donne affrontano nel quotidiano per adottare interventi efficaci nel contrasto allo sfruttamento in agricoltura.

Grave Sfruttamento e Disparità Salariali
Il grave sfruttamento delle lavoratrici agricole si basa su molteplici fattori, tra cui
- bassi salari
- disparità tra ore dichiarate e ore effettivamente lavorate
- lunghe giornate di lavoro
- condizioni di lavoro precarie
- disparità salariali
La segregazione delle mansioni, giustificata erroneamente, nasconde una discriminazione di genere evidente.

Responsabilità di Cura e Impatto sulla Vita Quotidiana
Le lavoratrici agricole, oltre a subire sfruttamento lavorativo, affrontano responsabilità di cura quotidiane. I lunghi orari di lavoro limitano il tempo dedicato ai figli, generando sensi di colpa e stress. Le difficoltà aumentano quando i bambini sono lasciati in patria o affidati ad altri familiari.
Molestie e Ricatti Sessuali
Un aspetto angosciante delle condizioni delle lavoratrici agricole è la possibile esposizione a molestie e ricatti sessuali, soprattutto durante il pagamento dei salari. Le richieste di prestazioni sessuali da parte dei caporali, sotto minaccia di mancato pagamento, sono purtroppo comuni. Alcuni casi estremi coinvolgono forme doppie di sfruttamento, sia sessuale che lavorativo.
Resilienza e Necessità di Interventi
Nonostante le molteplici vulnerabilità, le lavoratrici agricole dimostrano un’incredibile capacità di prendere decisioni consapevoli sulla propria vita. Tuttavia, è necessario un intervento urgente e mirato per contrastare lo sfruttamento. Bisognerebbe focalizzarsi sulla prospettiva di genere, offrendo percorsi certi e flessibili che includano lavoro regolare, formazione, alloggio decoroso, servizi per la cura dei figli, regolarizzazione dello status di soggiorno e protezione da molestie sessuali.

In conclusione, le donne che lavorano nei campi in Italia, le lavoratrici agricole, affrontano una serie di sfide, tra cui sfruttamento, disparità salariali e molestie sessuali. La comprensione delle loro condizioni richiede un approccio attento alle sfumature di genere e alle intersezioni di discriminazioni. Il Piano di contrasto allo sfruttamento in agricoltura deve essere guidato dalla prospettiva di genere, offrendo soluzioni concrete e mirate per migliorare la vita e il lavoro di queste donne coraggiose.
Feminility è un magazine digitale, che ha l’obiettivo di educare la società a parlare di cosmo femminile in termini positivi. Di spiegare cos’è la femminilità, mettendo al centro le vite di donne straordinarie che hanno contribuito e contribuiscono a “rimodellare” il valore che si associa alle donne oggi.